Aprire un coffee shop in Italia è un buon affare?
Sono sicuramente molti quelli che hanno fatto un pensiero per aprire un coffee shop in Italia. Magari nella Provincia di residenza o in una città più grande, dove l’interesse e il target è sicuramente più importante. Molti giovani imprenditori hanno pensato proprio a questa attività, idea che spesso è il risultato dei tanti viaggi fatti in Europa. Da Amsterdam a Barcelona passando per la Svizzera e l’Austria, sono diversi infatti, i paesi membri dell’Europa dove è possibile avviare questo tipo di attività. In Italia come siamo messi? Beh, l’interesse è cresciuto moltissimo, specie dopo l’approvazione della cannabis light, fino alle ultime sparate a zero del Ministro Salvini. Che di fatto ha gettato una cappa velenosa su tutto il comparto!
Facciamo un attimo il punto su cos’è un coffee shop, perché spesso si ha la percezione di qualcosa di negativo e fuori legge. Ovviamente la realtà è come spesso accade molto diversa dall’immaginario collettivo, vediamo com’è. Aprire un coffee shop in Italia non è proprio una passeggiata, nel senso che il limite della legalità è sottilissimo. Infatti, nei punti vendita italiani è ammessa la cannabis sativa, che ha una percentuale di THC non superiore allo 0,6. Questo vuol dire che prodotti con un valore più altro anche fosse lo 0,8 è già considerato fuori legge.
Cosa può vendere un coffe shop in Italia
Chi va in uno cannabis shop trova generalmente articoli per fumatori, pipe, accendini e altro materiale ricreativo per appassionati. Si possono acquistare anche tisane, infusi, farine, bevande e molto altro tutto a base di cannabis. Chi vuole fumare in realtà non potrebbe farlo, perché la cannabis light anche se con THC 0,6% non è comunque legale. In Italia non è possibile vendere la pianta, le foglie né i semi e fiori, tuttavia può essere venduta sotto forma di “materiale da collezione”, collezionismo quindi. Sì sì avete capito bene, non puoi acquistarla per fumare ma puoi collezionarla … già immagino quante collezioni siano andate in fumo 😀
Per queste motivazioni dove le regole non sono chiare neppure per chi le ha fatte, aprire un coffee shop in Italia può essere impegnativo. Quanto meno necessita una buona dose di coraggio e pazienza tanta pazienza. Del resto, quando hai a che fare con leggi e regolamenti italiani devi avere almeno 2 lauree in fisica nucleare solo per capirci qualcosa. Il solito casino insomma!
Conviene aprire un coffee shop in Italia?
Come detto non è una passeggiata, specie quando combatti con un sistema alla “Precogs” stile Minority Report che blocca i “crimini” prima che siano commessi! Questo è in pratica il quadro attuale, che tuttavia getta le base per il caos legislativo, quasi una sorta di limbo dove gli addetti non sanno cosa c… fare.
Le cose non sono comunque del tutto negative, l’interesse per la cannabis cresce e sarà sempre così fino allo “shock commerciale”. Ovvero fino alla vendita di massa come qualsiasi altro prodotto, l’alcool per esempio, di questo possiamo starne certi. Nel momento in cui entra il grande business, ed entrerà di sicuro, state tranquilli che le regole cambieranno e come se cambieranno. Come dice il grande Gordon Gekko; “i soldi non dormono mai”, di sicuro sveglieranno di colpo i legislatori che si occupano di cannabis e affini. Sì, la cannabis è un buon affare, solo bisogna avere pazienza ancora un po’, ma il mercato esploderà alla grande … preparate i “cannoni” … 😀
C’è molta confusione nel mercato della light in Italia è vero, ma ad opinione nostra il problema è partito proprio dall’uso tecnico. Questo tipo di prodotti erano già fatti in italia e venduti ad uso alimentare (da infuso/decotto) già dal 2012 da AssoCanapa e nessuno ha mainavuto da ridire. Noi siamo piccoli florovivaisti dediti alla coltivazione di spezie e piante officinali e dal 2018 abbiamo aggiunto la canapa e la vendiamo ad uso umano alimentare. Persino i giudici delle sezioni unite hanno parlato di uso industriale e agroalimentare concesso. È normale che non diranno mai che sia lecito consumare un prodotto che è venduto ad uso tecnico senza aver passato i dovuti controlli e regimi imposti dal consumo umano, che sia utilizzato poi da fumo o come alimento poco importa, ma l’uso tecnico non è di certo conforme e di conseguenza non rispetta il principio di offensivitá. In pratica si stanno facendo male da soli e tutto per non mettersi in regola con le normative.
Dove sono i coffee shop adesso in Italia?