Parlamento italiano legalizza la cannabis?
È iniziata recentemente alla Camera la discussione sulla proposta di legge che mira a modificare la disciplina sulla cannabis. Il testo, che ha subito alcune modifiche durante l’iter in commissione, è sostenuto dal centrosinistra e dal M5s mentre è osteggiato dai partiti dello schieramento di centrodestra.
Tra le novità previste dal testo c’è la legalizzazione della coltivazione e detenzione, da parte di maggiorenni e per uso personale, di massimo quattro piante femmine di cannabis, come nel modello di legge maltese da poco diventato legge. E’ possibile dunque che il parlamento italiano legalizza la cannabis? Lo scetticismo è d’obbligo, considerati i trascorsi del nostro Paese a riguardo, anche se i recenti avvenimenti in ambito europeo, Germania in testa, potrebbero portare a qualche novità.
Legalizzazione cannabis in Italia, di cosa si tratta
Ma se il parlamento italiano legalizza la cannabis cosa succede nei fatti? Questi i punti salienti oggetto di discussione:
- Coltivazione per uso personale. Sono consentite a persone maggiorenni la coltivazione e la detenzione per uso personale di non oltre quattro piante femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente e del prodotto da esse ottenuto.
- Modifica delle pene detentive. Al momento è proposta la reclusione da 6 mesi a 4 anni e una multa fino a 10.000 euro nel caso in cui la detenzione e il traffico riguardano droghe pesanti; viceversa la reclusione da 2 mesi a 2 anni e multa fino a 2.000 euro, quando la detenzione e il traffico riguardano droghe leggere.
La situazione attuale sul consumo di cannabis in Italia
Se il parlamento italiano legalizza la cannabis potrebbero crearsi nuovi scenari anche in Italia. Secondo l’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossico dipendenze (EMCCDA), gli italiani che hanno fatto uso di cannabis almeno una volta durante il 2020 sono circa 6,5 milioni. L’attuale normativa italiana sancisce la libera coltivazione e modificazione genetica della cannabis a scopo di ridurne la concentrazione di THC (il principio attivo psicotropo) con un limite concesso fra lo 0,2% e lo 0,6%. Questa modifica rende la cosiddetta “cannabis light”, a scopo curativo ma non ricreativo appunto e permette ai coltivatori di cannabis la produzione e vendita agli appositi rivenditori.
Nel 2019 è stato approvato il cosiddetto DDL Cannabis Legale che prevede, per un privato, la possibilità di auto coltivare fino ad un massimo di 3 piantine di cannabis e di detenere in casa un massimo di 15 grammi di marijuana; il consumo di cannabis all’esterno ha un limite massimo consentito di 5 grammi. Per quanto riguarda le associazioni ed i club, a seguito dei dovuti permessi e delle comunicazioni dovute in Prefettura, la coltivazione e detenzione di cannabis è nettamente superiore.
L’obbiettivo di siffatti provvedimenti legislativi è anche quello di debellare la criminalità organizzata e di abbattere il mercato nero della vendita di cannabis. Difatti, sotto un monopolio di Stato, ci sarebbe anche una regolamentazione economica e le conseguenti tasse sulla produzione e vendita della stessa. Pertanto se il parlamento italiano legalizza la cannabis si permetterà ai maggiorenni la coltivazione, produzione e detenzione, oltre al consumo personale e non di vendita, di piante di marijuana fino ad un massimo di 4 piante femmine.