Carlotta, la tredicenne che ha rivoluzionato la cannabis medica, è morta.
Il movimento globale per la liberalizzazione della cannabis medica è in lutto per la morte di Charlotte Figi.
Covid-19 non risparmia nessuno e continua la sua distruttiva marcia di contagi e morti. Si pensava inizialmente che i più piccoli fossero immuni ma non è più così. Molti casi di bambini deceduti ora riempiono i titoli dei giornali.
Il 7 Aprile 2020 il Covid-19 ha fatto un’altra vittima. Carlotta, la cui storia aveva rivoluzionato l’utilizzo della cannabis medica, è morta inseguito alle complicanze del virus.
La bambina era stata ricoverata in ospedale il 3 Aprile a causa di evidenti sintomi da coronavirus per poi essere dimessa in seguito a un miglioramento della sua salute. Una volta tornata a casa, dopo un paio di giorni stabili le sue condizioni sono peggiorate. L’aggravamento ha portato subito a una nuova ospedalizzazione ma i dottori non sono stati in grado di fermare la malattia che ha posto fine alla sua giovane vita.
Il mondo della cannabis medica deve molto a questa bambina e perde così tragicamente uno dei suoi principali esponenti, da sempre in prima linea per la liberalizzazione di questa sostanza.
La vicenda di Charlotte è in questo senso esemplare; tra le prime a reclamare il libero utilizzo del cannabinolo come medicina.
Nata nel 2006 a Colorado Springs negli Stati Uniti, Carlotta ha presto mostrato i sintomi d’una malattia rara per cui non esistono farmaci. Una forma resistente alle cure d’epilessia nota come sindrome di Dravel.
La Sindrome di Dravel, una malattia senza cura.
Carlotta mostrò i primi sintomi della Sindrome di Dravel quando aveva appena tre mesi. Ha incominciato a manifestare forti attacchi di epilessia che continuavano ad aumentare fino a raggiungere i 300 casi alla settimana. All’età di 5 anni fu costretta sulla sedia a rotelle e ad essere nutrita attraverso una sonda. La frequenza degli attacchi non gli permetteva d’avere una vita normale; arrivando al punto di non potere neppure parlare o tenere gli occhi aperti.
I genitori affranti provarono qualunque farmaco esistente senza trovarne uno che potesse aiutare la piccola.
Un giorno sua madre, durante le sue ricerche, scoprì diversi studi che attestavano l’uso della cannabis medica come trattamento delle crisi epilettiche e convulsive. A quel tempo il Colorado era già uno dei pochissimi stati in America che permetteva l’utilizzo di questa sostanza per uso farmacologico.
Nel disperato tentativo di convincere i medici a prescriverle questa medicina, la madre scoprì due coltivatori di marijuana disposti ad aiutarla: i fratelli Stanley. I due fratelli producevano una varietà di marijuana con un alto tasso di CBD e uno basso di THC, che ne è la componente psicoattiva.
Come Charlotte iniziò ad assumere questo olio di cannabis, le crisi epilettiche diminuirono significativamente. La bambina poteva giocare, camminare e anche mangiare normalmente.
La sua aspettativa di vita che, prima del trattamento con l’olio di cannabis era di appena 8 anni, aumentò così rapidamente da farla divenire uno dei casi più conosciuti al mondo.
Una rivoluzione per la cannabis medica.
Il caso di Carlotta, diffuso da giornali e televisioni, contribuì significativamente a convincere il governo americano di autorizzare il cannabinolo per uso medico.
Un documentario del 2013 prodotto dalla CNN mostrò che la bambina era capace di camminare e giocare, donando speranza a tutte le famiglie che soffrivano per un parente nelle stesse condizioni.
Una vera e propria rivoluzione per la cannabis medica! A quel punto molte famiglie con figli nella stessa condizione di Carlotta si spostarono in Colorado per ricevere lo stesso trattamento. Il loro movimento venne chiamato “Marijuana Refugees”. Un resoconto delle loro storie è stato fatto dalla madre della bambina sulla sua pagina Instagram “Realm of Caring”.
Nel 2018 la Food and Drug Amministration decise di approvare un farmaco composto da cannabinolo chiamato Epidiolex per trattare le convulsioni provocate dalla Sindrome di Dravet. Il rimo mai approvato per questa malattia.
A oggi negli Stati Uniti sono 34 gli stati che hanno già legalizzato la cannabis medica e il suo utilizzo si sta diffondendo in tutto il mondo.
Dall’esperienza di Carlotta e della sua famiglia è nato l’associazione “Realm of Caring”, che aiuta coloro che hanno necessità di far uso di Cannabinolo.
Charlotte’s Web
“Realm of Caring” lavorò a stretto contatto con “Charlotte’s Web”, la società fondata dai fratelli Stanley. Con il tempo i due fratelli hanno sviluppato e perfezionato una varietà di cannabis perfetta per il trattamento delle crisi convulsive. Questa pianta ha preso il nome della bimba che ispirò questa creazione: Charlotte.
L’universo che ruota attorno alla cannabis medica ha un immenso debito nei confronti di Carlotta e della sua famiglia. La loro esperienza permise di accendere i riflettori su questa sostanza e stimolò l’intero settore di ricerca. La Charlotte’s Web ha portato un netto miglioramento nella qualità di vita di moltissime persone.
La ricerca continua ancora oggi e l’utilizzo di cannabinolo si è dimostrato molto più efficace di qualunque altro farmaco.
Il Covid-19 ha posto fine alla vita di una persona a cui tutti devono molto. Senza la sua esperienza, ostinazione e l’energia della sua famiglia, l’intero settore della marijuana medica non avrebbe visto luce.
La piccola Carlotta, grazie al nuovo trattamento, ha potuto vivere i pochi anni della sua vita nel miglior modo possibile.
Riposa in pace piccola Charlotte; vogliamo ricordarti sorridente e felice, accanto a tua sorella.