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Differenti tipi di cannabis: 2 scuole di pensiero

Cerchiamo di fare chiarezza su un argomento alquanto controverso: quali e quanti tipi di cannabis ci sono.
Senza addentrarci in tecnicismi troppo aulici, possiamo dire che esistono 2 scuole di pensiero principali:

  1. la prima sostiene che la cannabis sia di un unico tipo all’origine, ma che vari la sua composizione in base principalmente ai fattori legati al territorio in cui cresce. Parliamo quindi della composizione del suolo, del clima di cui la regione dispone e delle temperature a cui la pianta viene esposta. Queste differenze sarebbero quindi responsabili dei diversi tipi di cannabis esistenti sul mercato
  2. la seconda invece è solita distinguere i tipi di cannabis in 3 macrocategorie, ciascuna con caratteristiche ben distinte sia dal punto di vista genetico, che dal punto di vista degli effetti della pianta.

Le tre grandi categorie di cannabis

  1. CANNABIS INDICA: questa tipologia è sicuramente una delle più potenti. I livelli di THC di questa pianta infatti, in base al metodo di coltivazione utilizzato, possono raggiungere percentuali anche intorno al 25%. Le piante che generano questo tipo di cannabis sono molto resistenti anche a temperature rigide, non a caso viene coltivata principalmente in Nepal. L’effetto di questa pianta è principalmente rilassante. L’uso di questo tipo di marijuana è consigliato nelle ore notturne, per favorire il sonno ed aiutare a calmare lo stress dovuto ad un’intensa giornata di lavoro.
  2. CANNABIS SATIVA: le varietà di questa pianta si sviluppano in ambienti con climi tropicali, caratterizzati quindi da umidità e rovesci frequenti. La pianta della cannabis sativa raggiunge dimensioni molto estese, spaziando tra 1,5 metri di altezza fino ad arrivare a misurazioni attorno ai 4 metri. Per quanto riguarda gli effetti di questa pianta, la concentrazione di THC si attesta indicativamente attorno al 2%. Questo la rende una pianta poco utilizzata in ambito medico, con un utilizzo prevalentemente diurno. L’effetto viene infatti definito più “cerebrale”. La cannabis sativa infatti attiva alcuni ricettori della mente in base alla concentrazione ed alla quantità assunta, che può quindi dare effetti di natura creativa fino ad arrivare a dei veri e propri stati quasi psichedelici.
  3. CANNABIS RUDERALIS: inseriamo all’interno di questo elenco anche la cannabis ruderalis, ma specifichiamo subito che quest’ultima non è adatta alla produzione di marijuana a causa del suo basso contenuto di THC. Questa pianta, che cresce nella steppa russa, si utilizza per unirla ad altre piante così da aumentarne la robustezza. Infatti questa varietà di cannabis è molto piccola e caratterizzata da una corteccia legnosa, che la rende appunto più resistente rispetto ad altri tipi di cannabis.

Differenza tra marijuana e canapa

cannabisDopo questa breve ma fondamentale distinzione, passiamo a distinguere i nomi comuni con cui si indicano i diversi tipi di cannabis. Con il termine “marijuana”, si indicano tutti i tipi di cannabis che contengono percentuali di THC più o meno alte a seconda della varietà. Con il termine “canapa”, invece, si è soliti indicare un ceppo preciso di cannabis sativa che non presenta tracce di THC, ma che invece è ricca di CBD.

Fatta questa precisazione, i diversi tipi di cannabis all’interno delle 3 categorie sopraelencate sono infiniti ed hanno tutti effetti che li differenziano, oltre ad assumere denominazioni particolari e ben precise. Le varietà più famose sono però degli ibridi fra la indica e la sativa: per fare qualche nome, citiamo Gorilla, Amnesia Kush, Cheese e Gelato. Ognuno di questi ibridi è derivato dalla combinazione di piante specifiche, con lo scopo di ottenere definite percentuali di THC e CBD nella composizione del prodotto finale.

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