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Depenalizzata la coltivazione di cannabis in Italia

Depenalizzata la coltivazione di cannabis in Italia

Depenalizzata la coltivazione di cannabis per autoproduzione: non oltre quattro piante in casa

La commissione Giudiziaria della Camera ha vagliato la stesura del testo sull’ autoproduzione di cannabis all’interno delle proprietà private, spaccando in due la maggioranza.
Il relatore di questo provvedimento, presidente del movimento cinque stelle, Mario Perantoni.
Quest’ultimo dichiara di essere molto soddisfatto di questo importante risultato. Tutto ciò grazie alla abilità dei gruppi parlamentari di aver trovato, tramite un confronto ragionevole, punti d’accordo:

  1. Diminuire delle sanzioni per accadimenti di lieve entitĂ .
  2. Aumentano da sei a dieci anni le sanzioni.
  3. Pene per i reati correlati a spaccio.
  4. Traffico e detenzione con chiari fino di spaccio della cannabis.

Contrario centrodestra Fratelli d’Italia, Forza Italia, Coraggio Italia e la Lega fanno fronte comune, da segnalare l’eccezione di Italia viva che si è astenuta.
Dal radicale Riccardo Magi (fautore di una delle proposte confluite nel testo base) al movimento cinque Stelle, partito democratico Leu. Si dovrĂ  fissare un termine per poter presentare gli emendamenti, dopo la votazione del testo base.
Ci si potrĂ  presentare in aula solo dopo che questo iter procedurale sia concluso.

La Lega Dice NO all’ autoproduzione di cannabis: approvare il testo è il preludio alla Legalizzazione.

Immediate le polemiche, riguardo l’ autoproduzione di cannabis, del leghista Matteo Salvini riguardo l’ autoproduzione di cannabis. Secondo il quale se il Focus dell’opposizione al governo ricade su questioni di questo tipo, l’Italia sta marciando nella direzione sbagliata. La lega si pone in maniera stoica e inamovibile per quello che ha tutta l’aria di rappresentare un chiaro preludio alla Legalizzazione. Le proposte presentate dal Carroccio, da Roberto Turri sono state per il momento inascoltate ma da parte di tutto il movimento resta la ferrea convinzione che chi vende droga vende morte.

La proposta di legge ,articoli :

  1. A persone maggiorenni si concede la coltivazione e la detenzione per uso personale di non oltre quattro piante femmine di cannabis.
  2. Aumentate le pene relative al traffico, alla detenzione e allo spaccio di grandi quantità di cannabis, prevedendo la “reclusione da 8 a 20 anni” e una multa “da 30 mila a 300 mila euro”.
  3. Comporterebbero la reclusione fino a un anno per i reati connessi alla cannabis e a 2 per quelli connessi ad altre sostanze.
  4. Inoltre, vengono introdotti i “lavori di pubblica utilità” come misure alternative alla detenzione, per un massimo di due volte dopo le quali scatterebbe comunque l’arresto.

La canapa nel mondo.
Dopo oltre settanta anni di demonizzazione la Commissione per gli stupefacenti delle Nazioni unite l’ha rimossa dalla lista delle sostanze più pericolose. Anno storico per la canapa il 2020, sempre più paesi in tutto il mondo che hanno depenalizzato, liberalizzato e addirittura completamente legalizzato l’uso della canapa a più livelli .Questi provvedimenti sono fondamentali per sottrarre miliardi di euro al mercato illegale.

Carlotta, la tredicenne che ha rivoluzionato la cannabis medica, è morta.

Carlotta, la tredicenne che ha rivoluzionato la cannabis medica, è morta.

Carlotta, la tredicenne che ha rivoluzionato la cannabis medica, è morta.

Il movimento globale per la liberalizzazione della cannabis medica è in lutto per la morte di Charlotte Figi.

Covid-19 non risparmia nessuno e continua la sua distruttiva marcia di contagi e morti. Si pensava inizialmente che i più piccoli fossero immuni ma non è più così. Molti casi di bambini deceduti ora riempiono i titoli dei giornali.

Il 7 Aprile 2020 il Covid-19 ha fatto un’altra vittima. Carlotta, la cui storia aveva rivoluzionato l’utilizzo della cannabis medica, è morta inseguito alle complicanze del virus.

La bambina era stata ricoverata in ospedale il 3 Aprile a causa di evidenti sintomi da coronavirus per poi essere dimessa in seguito a un miglioramento della sua salute. Una volta tornata a casa, dopo un paio di giorni stabili le sue condizioni sono peggiorate. L’aggravamento ha portato subito a una nuova ospedalizzazione ma i dottori non sono stati in grado di fermare la malattia che ha posto fine alla sua giovane vita.

Il mondo della cannabis medica deve molto a questa bambina e perde così tragicamente uno dei suoi principali esponenti, da sempre in prima linea  per la liberalizzazione di questa sostanza.

La vicenda di Charlotte è in questo senso esemplare; tra le prime a reclamare il libero utilizzo del cannabinolo come medicina.

Nata nel 2006 a Colorado Springs negli Stati Uniti, Carlotta ha presto mostrato i sintomi d’una malattia rara per cui non esistono farmaci. Una forma resistente alle cure d’epilessia nota come sindrome di Dravel.

La Sindrome di Dravel, una malattia senza cura.

Carlotta mostrò i primi sintomi della Sindrome di Dravel quando aveva appena tre mesi. Ha incominciato a manifestare forti attacchi di epilessia che continuavano ad aumentare fino a raggiungere i 300 casi alla settimana. All’età di 5 anni fu costretta sulla sedia a rotelle e ad essere nutrita attraverso una sonda. La frequenza degli attacchi non gli permetteva d’avere una vita normale; arrivando al punto di non potere neppure parlare o tenere gli occhi aperti.

I genitori affranti provarono qualunque farmaco esistente senza trovarne uno che potesse aiutare la piccola.

Un giorno sua madre, durante le sue ricerche, scoprì diversi studi che attestavano l’uso della cannabis medica come trattamento delle crisi epilettiche e convulsive. A quel tempo il Colorado era già uno dei pochissimi stati in America che permetteva l’utilizzo di questa sostanza per uso farmacologico.

Nel disperato tentativo di convincere i medici a prescriverle questa medicina, la madre scoprì due coltivatori di marijuana disposti ad aiutarla: i fratelli Stanley. I due fratelli producevano una varietà di marijuana con un alto tasso di CBD e uno basso di THC, che ne è la componente psicoattiva.

Come Charlotte iniziò ad assumere questo olio di cannabis, le crisi epilettiche diminuirono significativamente. La bambina poteva giocare, camminare e anche mangiare normalmente.

La sua aspettativa di vita che, prima del trattamento con l’olio di cannabis era di appena 8 anni, aumentò così rapidamente da farla divenire uno dei casi più conosciuti al mondo.

Una rivoluzione per la cannabis medica.

Cannabis oilIl caso di Carlotta, diffuso da giornali e televisioni, contribuì significativamente a convincere il governo americano di autorizzare il cannabinolo per uso medico.

Un documentario del 2013 prodotto dalla CNN mostrò che la bambina era capace di camminare e giocare, donando speranza a tutte le famiglie che soffrivano per un parente nelle stesse condizioni.

Una vera e propria rivoluzione per la cannabis medica! A quel punto molte famiglie con figli nella stessa condizione di Carlotta si spostarono in Colorado per ricevere lo stesso trattamento. Il loro movimento venne chiamato “Marijuana Refugees”. Un resoconto delle loro storie è stato fatto dalla madre della bambina sulla sua pagina Instagram “Realm of Caring”.

Nel 2018 la Food and Drug Amministration decise di approvare un farmaco composto da cannabinolo chiamato Epidiolex per trattare le convulsioni provocate dalla Sindrome di Dravet. Il rimo mai approvato per questa malattia.

A oggi negli Stati Uniti sono 34 gli stati che hanno giĂ  legalizzato la cannabis medica e il suo utilizzo si sta diffondendo in tutto il mondo.

Dall’esperienza di Carlotta e della sua famiglia è nato l’associazione “Realm of Caring”, che aiuta coloro che hanno necessità di far uso di Cannabinolo.

Charlotte’s Web

“Realm of Caring” lavorò a stretto contatto con “Charlotte’s Web”, la società fondata dai fratelli Stanley. Con il tempo i due fratelli hanno sviluppato e perfezionato una varietà di cannabis perfetta per il trattamento delle crisi convulsive. Questa pianta ha preso il nome della bimba che ispirò questa creazione: Charlotte.

L’universo che ruota attorno alla cannabis medica ha un immenso debito nei confronti di Carlotta e della sua famiglia. La loro esperienza permise di accendere i riflettori su questa sostanza e stimolò l’intero settore di ricerca. La Charlotte’s Web ha portato un netto miglioramento nella qualità di vita di moltissime persone.

La ricerca continua ancora oggi e l’utilizzo di cannabinolo si è dimostrato molto più efficace di qualunque altro farmaco.

Il Covid-19 ha posto fine alla vita di una persona a cui tutti devono molto. Senza la sua esperienza, ostinazione e l’energia della sua famiglia, l’intero settore della marijuana medica non avrebbe visto luce.

La piccola Carlotta, grazie al nuovo trattamento, ha potuto vivere i pochi anni della sua vita nel miglior modo possibile.

Riposa in pace piccola Charlotte; vogliamo ricordarti sorridente e felice, accanto a tua sorella.

 

 

 

Consegna  a domicilio per la cannabis medica.

Consegna a domicilio per la cannabis medica.

Consegna  a domicilio per la cannabis medica.

In tempi così incerti la consegna a domicilio dell’erba terapeutica può fare la differenza! Mi sto riferendo infatti a tutti coloro che utilizzano la cannabis medica per uso terapeutico e, all’improvviso, si sono ritrovati senza possibilità di ottenerla. A causa della quarantena, molte persone che usano marijuana per alleviare i loro problemi di salute hanno scoperto di non essere più in grado di reperirla. Così, oltre all’incertezza del domani e alla paura del virus, anche la loro salute peggiora.

La consegna a casa dell’erba medica può quindi giovare a tutti i consumatori abituali che ora sono obbligati a restare a casa.

Cannabis Terapeutica. Guida all’uso.

Negli ultimi anni l’utilizzo di cannabis terapeutica si è diffuso largamente grazie alla possibilità di poter essere prescritta per un gran numero di patologie.  A tutti coloro potrebbe davvero giovare la possibilità di riceverla a casa attraverso una consegna a domicilio.

Secondo il regolamento ministeriale del 9 novembre 2015, la cannabis terapeutica può essere prescritta per un gran numero di patologie. Sebbene, in accordo con la legge, non possa essere considerata come una terapia, l’erba medica può essere utilizzata come trattamento sintomatico e valido aiuto per molte forme di malattia. Può essere infatti autorizzata come trattamento in tutti quei casi in cui ufficialmente non esistano farmaci adeguati o i cui effetti collaterali risultino troppo gravosi per la salute.

I trattamenti

I casi in cui la cannabis può essere prescritta legalmente e venire consegnata a domicilio sono:

  • Cura del dolore per diverse patologie come la sclerosi multipla e lesioni del midollo spinale in caso di resistenza alle terapie del dolore tradizionali;
  • Trattamento di doloro cronici che non possono essere curati con i tradizionali analgesici come nel caso della fibromialgia, artrite e neuropatia;
  • Trattamento degli effetti della chemioterapia o di farmaci contro l’HIV in funzione antiemetica;
  • Trattamento dei disordini alimentari come l’anoressia o la perdita dell’appetito in pazienti oncologici per stimolare la fame;
  • Trattamento del glaucoma resistente alle terapie tradizionali grazie alle sue proprietĂ  ipotensive;
  • Trattamento della sindrome di Tourette e di Gilles grazie alla capacitĂ  di ridurre i movimenti involontari del corpo;

Tutti coloro che soffrono di queste patologie e che hanno trovato sollievo usando cannabis, si ritrovano adesso a soffrire perché non riescono più a procurarsela. Il ripresentarsi del dolore cronico e di altri fastidi è inevitabile. Se non esiste alcun piano per provvedere alla consegna a domicilio della cannabis per coloro che la necessitano, la quarantena per loro diventerà una straziante gabbia. A moltissime persone il dolore si manifesterà di nuovo e senza soluzioni alternative il loro isolamento diventerà un vero inferno.

Prescrizioni di cannabis terapeutica

marijuanaIl metodo per utilizzare la cannabis terapeutica può essere tramite decottura o vaporizzazione. Solo i medici di famiglia o gli specialisti possono prescrivere trattamenti a base di cannabis per coloro che soffrono delle patologie precedentemente menzionate. Oltretutto, considerando la reticenza con cui la maggioranza dei dottori prescrive l’uso di cannabis medica, si può intuire quanto difficile sia reperirla. Ciò mette coloro che la necessitano in una condizione di grande disperazione  perché già in una situazione “normale” non è così facile ottenere una ricetta e, durante questa emergenza sanitaria, la situazione è perfino peggiorata. Trovare cannabis medica non è affatto semplice e ci auguriamo che la consegna a domicilio diventerà una pratica comune e legittima per tutti coloro che la necessitano. Speriamo anche che un efficiente sistema di consegna a casa per coloro che si ritrovano nella condizione di pazienti venga istituito, evitando loro di esporsi al contagio.

Trovare la cannabis durante l’emergenza Covid.

In questo periodo di distanziamento sociale, i pazienti trattati con la cannabis appartengono a una categoria fragile che necessita d’essere salvaguardata. Pazienti oncologici, persone affette da HIV, neuropatia, fibromialgia, hanno bisogno d’essere protette dal virus. Sono persone a cui, più di qualunque altro, bisogna applicare il distanziamento sociale e evitare loro il più possibile d’uscire. Ci siamo resi conto come coloro che già soffrono di patologie pregresse sono più vulnerabili al Covid-19.

La maggioranza dei decessi provocati dalla pandemia colpisce proprio i pazienti più anziani e le persone precedentemente malate. Lasciare che le persone che soffrono di queste patologie debbano uscire per comprare i propri farmaci significa mettere in serio pericolo le loro vite. Questo è il motivo principale per cui ora richiediamo che abbiano la loro consegna a domicilio.

Consegna a domicilio. La necessità d’includere la cannabis tra i beni essenziali.

Un sistema di consegna a domicilio che aiuti i più fragili è molto importante. In questi giorni si sta lavorando in questa direzione per evitare che debbano uscire. Tuttavia, sebbene le consegne di cibo a domicilio si stiano lentamente implementando, non si può dire lo stesso per quanto riguarda la consegna di erba medica a casa.

Le persone che ne hanno bisogno per curare le loro patologie che non possono essere trattate in altro modo, si ritrovano nella spiacevole condizione di dovere andare in giro per comprarla. Questi malati o i loro parenti sono costretti a esporsi a un possibile contagio solo per ottenere la loro medicina indispensabile.

Tutto ciò crea per loro  una situazione incerta e difficile, proprio nel momento in cui dovrebbero essere maggiormente protetti.

Per questo motivo ci auguriamo che un sistema di consegna a domicilio di erba medica venga realizzato al piĂą presto.

Non stiamo infatti parlando dell’erba che si fuma per piace che, sebbene sia ottima per rilassarsi, non è una vera necessità; stiamo parlando d’un importante e indispensabile medicamento per coloro che, dopo aver sperimentato farmaci “ufficiali”, hanno trovato nel cannabinolo l’ultima spiaggia. Ritrovarsi quindi nel mezzo d’una pandemia, bloccati a casa, senza una soluzione per alleviare il dolore, è una spiacevole situazione che richiede una soluzione.

Invitiamo quindi a pensare al piĂą presto a un sistema di consegne a domicilio di erba medica per coloro che, avendone diritto, lo richiedano.