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Cannabis servizio essenziale negli USA ed Europa

Cannabis servizio essenziale negli USA ed Europa

Cannabis servizio essenziale negli USA ed Europa

Sempre più, nel mondo, si considera la cannabis servizio essenziale. La diffusione del suo utilizzo sia per scopo terapeutico che ludico, nonché la sua regolarizzazione in molti paesi, ha portato ad un cambiamento importante. Considerare oggi la cannabis servizio essenziale è un portato naturale della progressiva apertura, a livello globale, verso il suo utilizzo. Sempre più stati hanno modificato la legislazione inserendo la cannabis tra i beni acquistabili legalmente e il suo utilizzo ha avuto una vera impennata. Sempre più persone acquistano e utilizzano abitualmente la cannabis e i numeri legati al suo mercato legale sono sempre più alti.

In quest’ottica vanno presi in considerazione gli eventi che si stanno ripetendo nell’ultimo periodo un po’ ovunque. La cannabis servizio essenziale per sempre più persone, è diventata oggetto di accaparramento. Proprio come per i generi di prima necessità, negli ultimi giorni in diverse zone del mondo, si sono verificate code considerevoli per l’acquisto della marijuana.

USA, dispensari di cannabis tra i servizi garantiti

cannabisNegli Stati Uniti sono molti gli stati che considerano la cannabis servizio essenziale e, in piena emergenza coronavirus, hanno varato leggi per tutelarne la vendita. Da San Francisco allo stato di New York fino al Nevada, i “dispensaries” di cannabis sono annoverati tra i servizi essenziali e resteranno aperti. Dal momento che la cannabis ha un utilizzo terapeutico i dispensari avranno la possibilità di continuare a venderla, purché rispettino alcune regole igieniche. Garantire la distanza minima tra i clienti e usare dispositivi di protezione e gel per la pulizia delle mani sono la parola d’ordine. Tutti i dispensari potranno restare aperti purché la rispettino.

Si tratta di un grande passo in avanti nel riconoscimento dell’importanza che la Marijuana sta assumendo nella vita delle persone.

Cannabis servizio essenziale e corsa all’accaparramento

Malgrado la decisione di molti degli stati degli USA di considerare la cannabis servizio essenziale, in questi giorni abbiamo assistito ad un fenomeno del tutto nuovo. Un fenomeno indicativo di quanto la cannabis sia entrata nelle abitudini dei consumatori. In tutti gli stati in cui la cannabis è legale si sono registrate nelle ultime ore grandi code davanti ai dispensari. Ebbene sì, gli americani, insieme ai supermercati e ai negozi di armi, hanno preso di mira anche i negozi di cannabis!

Si tratta di una situazione assolutamente inattesa. Non solo generi di prima necessità o per la difesa personale, ma anche la cannabis è assurta a bene da accaparrare in caso di epidemia.  Lunghe file si sono viste in diversi stati. Numerose persone si sono messe in fila per procurarsi una quantità di erba sufficiente per affrontare la quarantena. Senza rispettare le distanze di sicurezza e senza protezioni individuali, centinaia di persone si sono messe in attesa di poter portare a casa la propria razione di cannabis.

Cambiano le regole …

Si tratta di una rivoluzione vera e propria! Da elemento consumato di nascosto e procurato illegalmente, si è passati a considerare la cannabis servizio essenziale al punto da fare lunghe file per acquistarla. Che sia per uso terapeutico o per uso ludico, questo dimostra che oramai la cannabis è entrata a far parte delle cose regolarmente acquistate. Centinaia di persone ormai utilizzano con regolarità la cannabis e non vogliono, o non possono, rischiare di rimanerne sforniti.

E le file si sono fatte ovunque negli Stati Uniti, sia in quegli stati che hanno dichiarato la cannabis servizio essenziale, sia negli stati in cui i dispensari sono stati chiusi. Questo dimostra che la corsa all’accaparramento non dipende solamente dalla possibilità, o meno, di continuare ad acquistarla legalmente durante il lock down. Vuol dire che nell’immaginario di tantissime persone ormai la cannabis è entrata a far parte dei beni di prima necessità. E così ci si mette in fila, per la carta igienica, per il cibo e anche per la cannabis. Cosa che, a nostro umile parere, è sicuramente più salutare ed innocua del mettersi in fila per acquistare armi!

Olanda e coffee shop presi d’assalto

Ma non solo negli Stati Uniti si sono verificate lunghe code per l’acquisto della cannabis! Che anche in Olanda si consideri ormai da tempo la cannabis servizio essenziale, è risaputo. Il fatto che in Olanda la cannabis sia di utilizzo comune ormai da tempo è quasi un luogo comune, ma è anche una realtà assodata. Numerosi coffee shop in diverse città olandesi vendono marijuana in maniera legale e, quando ne è stata annunciata la chiusura ci sono stati dei problemi. In seguito all’annuncio della chiusura dei coffee shop per via dell’emergenza Coronavirus, tantissime persone sono scese in strada. Si sono affrettate al coffee shop più vicino e hanno creato lunghe code per accaparrarsi la loro scorta prima della chiusura.

Lunghe file si sono create senza il rispetto delle distanze di sicurezza e si sono generati anche momenti di tensione. La stampa olandese ha riportato il fatto che, per saltare la fila, un ragazzo si sia messo a tossire in modo da spaventare gli altri clienti in coda. Solo l’intervento della polizia, giunta sul luogo, ha riportato l’ordine arrestando il giovane.

A fronte di questi eventi, che sono stati tanto inaspettati quanto pericolosi per il possibile contagio, il governo ha fatto marcia indietro. I coffee shops sono stati annoverati tra gli esercizi commerciali aperti perché di prima necessità. Al momento è quindi possibile recarsi in un coffee shop per acquistare marijuana, ma non per consumarla al suo interno. Infatti, per proseguire con le aperture, tutti i negozi devono garantire le basilari regole di sicurezza per evitare il contagio. Distanza interpersonale ed utilizzo di dispositivi di protezione come mascherine e guanti e divieto di consumo dei prodotti acquistati all’interno dei locali sono le regole da rispettare.

Un fenomeno a livello globale

Ma non solo in USA e in Olanda si considera la cannabis servizio essenziale! Anche in altre città, come a Barcellona, si sono registrate file per acquistare cannabis prima del lock down. Prova questa che ormai la cannabis con i suoi tanti benefici è entrata a fare parte della vita quotidiana di tantissime persone. Sempre più utenti la utilizzano regolarmente sia per scopo terapeutico che per rilassarsi.

Erba a domicilio per uso terapeutico

Erba a domicilio per uso terapeutico

Erba a domicilio per uso terapeutico

In questo grande periodo di incertezza, per molti avere erba a domicilio potrebbe fare davvero la differenza! Penso a quanti utilizzano la cannabis per uso terapeutico e, da un giorno all’altro, si sono trovati senza possibilità di rifornirsi. Con l’arrivo della quarantena, tantissime persone che facevano uso della marijuana per alleviare i propri problemi di salute, si sono trovati senza possibilità di reperirla. Sommando così all’incertezza per il futuro e alla paura per il virus, l’esacerbarsi delle proprie condizioni di salute.

L’erba a domicilio sarebbe infatti un grande aiuto per tutte quelle persone che ne fanno uso abitualmente e che al momento sono chiuse in casa.

Cannabis terapeutica. Utilizzo

Negli ultimi anni la cannabis terapeutica ha avuto una grande diffusione anche grazie alla possibilità di farsela prescrivere per tutta una serie di patologie. Tutte patologie per le quali, in questi giorni, poter ricevere erba a domicilio sarebbe di grande importanza!

Secondo il decreto ministeriale del 9 novembre 2015, la cannabis terapeutica può essere prescritta per tutta una serie di patologie. Sebbene, secondo il decreto, non possa essere considerata come una terapia, l’erba si utilizza come trattamento sintomatico e di ausilio in molte malattie. Oppure viene autorizzata come trattamento in tutti quei casi in cui i trattamenti ufficiali non ottengano risultati apprezzabili o abbiano controindicazioni troppo pesanti.

I trattamenti

I casi in cui la cannabis è prescritta legalmente e in cui, in questi giorni sarebbe utile ricevere erba a domicilio, sono i seguenti.

  • Del dolore in alcune patologie come sclerosi multipla e lesioni del midollo spinale in cui ci sia resistenza alle terapie tradizionali.
  • Degli stati di dolore cronico che non possono essere trattati con analgesici tradizionali, come fibromialgie, artriti o neuropatie
  • Effetti delle terapie chemioterapiche o contro l’HIV. Si usa in queste terapie per il suo provato effetto antiemetico.
  • Dei disturbi legati all’alimentazione come l’anoressia o la perdita di appetito dei pazienti oncologici grazie alla sua proprietà di stimolare l’appetito.
  • Trattamento del glaucoma quando questo è resistente alle terapie tradizionali, per le sue proprietà ipotensive
  • Della sindrome di Tourette e di Gilles per la sua proprietà di ridurre i movimenti involontari del corpo.

Tutti coloro che, soffrendo dei suddetti problemi, hanno trovato sollievo nell’utilizzo della cannabis, al momento si trovano in grandi difficoltà per l’impossibilità di reperirla. Il riacutizzarsi di stati di dolore cronico o di altri problemi sarà un portato purtroppo inevitabile. Se non si mette in atto un’azione per assicurare erba a domicilio a quanti ne hanno bisogno, la quarantena diventerà per loro una vera gabbia. Un dolore che si riacutizza senza potervi porre rimedio renderà la reclusione obbligatoria un inferno vero e proprio per tantissime persone.

Prescrizione della cannabis terapeutica

cannabisLe modalità previste per l’assunzione della cannabis terapeutica sono, al momento, quella tramite decotto o tramite vaporizzazione.  Sono solo i medici di base o i medici specialisti a prescrivere il trattamento a base di cannabis a chi presenta le patologie indicate in precedenza. Se a questo, si aggiunge che generalmente i medici non amano prescrivere la cannabis terapeutica, si ottiene un quadro di grande difficoltà per quanto riguarda il suo reperimento.

Chi si trova in situazioni di grande disagio, già in condizioni normali fa fatica ad ottenere una prescrizione. Nel corso di questa emergenza la situazione è ancora peggiore. Reperire la cannabis non è facile e sarebbe auspicabile che l’erba a domicilio diventi una regola per quanti ne hanno bisogno. Un sistema di consegne che tenga conto delle condizioni del paziente e sia di ausilio per evitare che sia esposto al contagio, è fortemente auspicabile.

Emergenza Covid e reperimento di erba a domicilio

In questo periodo di distanziamento sociale, i pazienti trattati con la cannabis rientrano tra i soggetti fragili e da difendere. Malati oncologici, persone affette da HIV, neuropatie, fibromialgia, sono tutte persone da difendere dall’avanzata del virus. Si tratta di pazienti che, più degli altri, devono applicare il distanziamento sociale ed evitare, quanto più possibile, di uscire di casa. Abbiamo infatti visto che proprio i pazienti con patologie pregresse sono quelli che maggiormente risentono della virulenza del Covid-19.

La maggior parte dei decessi nel corso di questa pandemia riguardano pazienti fragili: anziani o precedentemente ammalati. Mettere chi già soffre di altre patologie in condizione di uscire alla ricerca di un farmaco, equivale a sottoporlo ad un rischio molto alto mettendone in pericolo la sua stessa vita. Da più parti, pertanto, si alza la richiesta di ricevere erba a domicilio.

Consegne a domicilio. Necessità di inserire la cannabis tra i beni essenziali

Un sistema di consegne a domicilio che provveda alle esigenze di tutte le persone fragili è molto importante. In questi giorni si sta lavorando in questa direzione cercando di prevenirne le uscite. Tuttavia, se le consegne degli alimentari stanno, con grande difficoltà, venendo implementate, non altrettanto si può dire per l’erba a domicilio.

Quanti ne hanno bisogno per trattare disturbi altrimenti non curabili, si trovano nella spiacevole situazione di dover uscire di casa per andarla a reperire. I malati o i loro familiari, si trovano pertanto a doversi esporre al possibile contagio per reperire un farmaco molto importante.

Tutto questo genera situazioni di forte disagio ed incertezza in quanti andrebbero tutelati e protetti in questo periodo di grande emergenza.

Auspichiamo, pertanto, che sia attivato un sistema di consegna di erba a domicilio per quanti ne abbiano realmente bisogno.

Non stiamo parlando dell’erba a scopo ludico che, sebbene abbia grandi proprietà di rilassamento, non rientra tra i beni di prima necessità. Si tratta di un farmaco di grande importanza per tutti quei soggetti che, dopo aver cercato soluzioni “ufficiali”, sono approdati al cannabinolo come estrema ratio. Tutti coloro che usufruiscono della cannabis terapeutica vivono situazioni di enorme disagio alle quali il cannabinolo è l’unica soluzione rimasta. Trovarsi nel mezzo di una pandemia, bloccati in casa, e senza poter alleviare i propri dolori, è una situazione estremamente spiacevole alla quale occorre trovare una soluzione.

Aiutiamo chi ne ha bisogno pensando ad un programma che preveda la consegna dell’erba a domicilio per tutte quelle persone che, avendone diritto, ne facciano richiesta.

Erba a domicilio per uso terapeutico

Consegna a domicilio per la cannabis medica.

Consegna  a domicilio per la cannabis medica.

In tempi così incerti la consegna a domicilio dell’erba terapeutica può fare la differenza! Mi sto riferendo infatti a tutti coloro che utilizzano la cannabis medica per uso terapeutico e, all’improvviso, si sono ritrovati senza possibilità di ottenerla. A causa della quarantena, molte persone che usano marijuana per alleviare i loro problemi di salute hanno scoperto di non essere più in grado di reperirla. Così, oltre all’incertezza del domani e alla paura del virus, anche la loro salute peggiora.

La consegna a casa dell’erba medica può quindi giovare a tutti i consumatori abituali che ora sono obbligati a restare a casa.

Cannabis Terapeutica. Guida all’uso.

Negli ultimi anni l’utilizzo di cannabis terapeutica si è diffuso largamente grazie alla possibilità di poter essere prescritta per un gran numero di patologie.  A tutti coloro potrebbe davvero giovare la possibilità di riceverla a casa attraverso una consegna a domicilio.

Secondo il regolamento ministeriale del 9 novembre 2015, la cannabis terapeutica può essere prescritta per un gran numero di patologie. Sebbene, in accordo con la legge, non possa essere considerata come una terapia, l’erba medica può essere utilizzata come trattamento sintomatico e valido aiuto per molte forme di malattia. Può essere infatti autorizzata come trattamento in tutti quei casi in cui ufficialmente non esistano farmaci adeguati o i cui effetti collaterali risultino troppo gravosi per la salute.

I trattamenti

I casi in cui la cannabis può essere prescritta legalmente e venire consegnata a domicilio sono:

  • Cura del dolore per diverse patologie come la sclerosi multipla e lesioni del midollo spinale in caso di resistenza alle terapie del dolore tradizionali;
  • Trattamento di doloro cronici che non possono essere curati con i tradizionali analgesici come nel caso della fibromialgia, artrite e neuropatia;
  • Trattamento degli effetti della chemioterapia o di farmaci contro l’HIV in funzione antiemetica;
  • Trattamento dei disordini alimentari come l’anoressia o la perdita dell’appetito in pazienti oncologici per stimolare la fame;
  • Trattamento del glaucoma resistente alle terapie tradizionali grazie alle sue proprietà ipotensive;
  • Trattamento della sindrome di Tourette e di Gilles grazie alla capacità di ridurre i movimenti involontari del corpo;

Tutti coloro che soffrono di queste patologie e che hanno trovato sollievo usando cannabis, si ritrovano adesso a soffrire perché non riescono più a procurarsela. Il ripresentarsi del dolore cronico e di altri fastidi è inevitabile. Se non esiste alcun piano per provvedere alla consegna a domicilio della cannabis per coloro che la necessitano, la quarantena per loro diventerà una straziante gabbia. A moltissime persone il dolore si manifesterà di nuovo e senza soluzioni alternative il loro isolamento diventerà un vero inferno.

Prescrizioni di cannabis terapeutica

marijuanaIl metodo per utilizzare la cannabis terapeutica può essere tramite decottura o vaporizzazione. Solo i medici di famiglia o gli specialisti possono prescrivere trattamenti a base di cannabis per coloro che soffrono delle patologie precedentemente menzionate. Oltretutto, considerando la reticenza con cui la maggioranza dei dottori prescrive l’uso di cannabis medica, si può intuire quanto difficile sia reperirla. Ciò mette coloro che la necessitano in una condizione di grande disperazione  perché già in una situazione “normale” non è così facile ottenere una ricetta e, durante questa emergenza sanitaria, la situazione è perfino peggiorata. Trovare cannabis medica non è affatto semplice e ci auguriamo che la consegna a domicilio diventerà una pratica comune e legittima per tutti coloro che la necessitano. Speriamo anche che un efficiente sistema di consegna a casa per coloro che si ritrovano nella condizione di pazienti venga istituito, evitando loro di esporsi al contagio.

Trovare la cannabis durante l’emergenza Covid.

In questo periodo di distanziamento sociale, i pazienti trattati con la cannabis appartengono a una categoria fragile che necessita d’essere salvaguardata. Pazienti oncologici, persone affette da HIV, neuropatia, fibromialgia, hanno bisogno d’essere protette dal virus. Sono persone a cui, più di qualunque altro, bisogna applicare il distanziamento sociale e evitare loro il più possibile d’uscire. Ci siamo resi conto come coloro che già soffrono di patologie pregresse sono più vulnerabili al Covid-19.

La maggioranza dei decessi provocati dalla pandemia colpisce proprio i pazienti più anziani e le persone precedentemente malate. Lasciare che le persone che soffrono di queste patologie debbano uscire per comprare i propri farmaci significa mettere in serio pericolo le loro vite. Questo è il motivo principale per cui ora richiediamo che abbiano la loro consegna a domicilio.

Consegna a domicilio. La necessità d’includere la cannabis tra i beni essenziali.

Un sistema di consegna a domicilio che aiuti i più fragili è molto importante. In questi giorni si sta lavorando in questa direzione per evitare che debbano uscire. Tuttavia, sebbene le consegne di cibo a domicilio si stiano lentamente implementando, non si può dire lo stesso per quanto riguarda la consegna di erba medica a casa.

Le persone che ne hanno bisogno per curare le loro patologie che non possono essere trattate in altro modo, si ritrovano nella spiacevole condizione di dovere andare in giro per comprarla. Questi malati o i loro parenti sono costretti a esporsi a un possibile contagio solo per ottenere la loro medicina indispensabile.

Tutto ciò crea per loro  una situazione incerta e difficile, proprio nel momento in cui dovrebbero essere maggiormente protetti.

Per questo motivo ci auguriamo che un sistema di consegna a domicilio di erba medica venga realizzato al più presto.

Non stiamo infatti parlando dell’erba che si fuma per piace che, sebbene sia ottima per rilassarsi, non è una vera necessità; stiamo parlando d’un importante e indispensabile medicamento per coloro che, dopo aver sperimentato farmaci “ufficiali”, hanno trovato nel cannabinolo l’ultima spiaggia. Ritrovarsi quindi nel mezzo d’una pandemia, bloccati a casa, senza una soluzione per alleviare il dolore, è una spiacevole situazione che richiede una soluzione.

Invitiamo quindi a pensare al più presto a un sistema di consegne a domicilio di erba medica per coloro che, avendone diritto, lo richiedano.

 

 

Coronavirus: come cambiano le nostre abitudini

Coronavirus: come cambiano le nostre abitudini

Coronavirus: come cambiano le nostre abitudini

Il Coronavirus è uno spartiacque tra quello che eravamo prima e quello che saremo, una volta terminata l’emergenza. Lo stop inevitabile che pone alle nostre vite ci porta a riconsiderare tutto con nuovi occhi. Tutte le nostre abitudini sono da rivedere nell’ottica di questa enorme emergenza sanitaria che ha ormai toccato tutto il mondo.

Proteggersi per proteggere

La cosa fondamentale da prendere in considerazione quando si parla di Coronavirus, è la rapidità con cui esso si diffonde. La crescita esponenziale dei contagi, che abbiamo sperimentato nelle ultime settimane, ha paralizzato la nostra società e cambiato radicalmente le nostre abitudini.

La parola d’ordine adesso è #iorestoacasa, la priorità è diventata impedire al Coronavirus di continuare a diffondersi. Ogni nuovo contagio ci porta ad un passo dal collasso del sistema sanitario e non dobbiamo permetterlo! La priorità è quella di tutelarci per tutelare chi, colpito dal Coronavirus, non potrebbe sopravvivere.

Persona anziane e persone con patologie pregresse devono essere protette dal contagio, e l’unico modo di farlo, adesso, è con l’allontanamento sociale.

E allora, tutti in casa! Viviamo tra le nostre quattro mura evitando quanto più possibile i contatti con l’esterno.

Le uscite inevitabili vanno fatte in modo da essere protetti per non portare il Coronavirus a casa nostra e contagiare chi amiamo.

Si bandiscono le strette di mano, gli abbracci, la vicinanza fisica. Occorre stare ad un metro di distanza da tutti, con guanti e mascherina e, rientrati a casa, bisogna lasciare fuori le scarpe.

Bisogna lavarsi le mani, accuratamente, più volte al giorno, ma, soprattutto, bisogna credere che ne usciremo.

Siamo tutti lontani, eppure  siamo insieme a combattere questo Coronavirus e a tenerlo a bada fino a che non ci sarà una cura efficace. Bisogna proteggersi per sé stessi ma anche per proteggere la comunità: ogni persona che sfugge al contagio salverà tante altre persone!

Abitudini di sempre al tempo del coronavirus

E’ importante cercare di mantenere le nostre abitudini, per quanto possibile. Fare esercizi, cercare di prendere luce, lavorare e studiare come sempre…ma dentro casa. Il Coronavirus non fa sconti a nessuno.

Non è semplice. La limitazione della libertà di movimento, associata alla preoccupazione per la malattia, può portare a stati d’ansia che possono rendere la quarantena un vero incubo!

In Italia si sta cercando di affrontare il problema in maniera creativa, come abbiamo sempre fatto! Non possiamo vederci? E allora parliamo dal balcone. Non si va in discoteca o nei locali? E allora balliamo sulle terrazze condividendo la musica in momenti irripetibili. In tutta la penisola si moltiplicano iniziative di condivisione da lontano, musica, canti e balli per sentire di essere parte di qualcosa. La meraviglia è affacciarsi al balcone e vedere i propri vicini alzare le mani in gesti di saluto prima impensabili.

Il virus, allontanandoci fisicamente, ci sta avvicinando tutti quanti. Uniti dalla medesima sorte stiamo tutti combattendo per salvare le nostre abitudini e il nostro stile di vita da un capovolgimento epocale. Le strade vuote si riempiono di sguardi e di sorrisi lontani di persone che non aspettano altro che scendere in strada per ritrovarsi.

Ansia e stress, come affrontarle

L’Italia ai tempi del Coronavirus è un’Italia che si scopre solidale e resiliente. La forza insita in ognuno di noi viene messa alla prova e quasi tutti stanno cercando di dare il meglio. Rispetto delle regole e privazioni per il bene comune è il mantra che tutti, o quasi, stanno ripetendo per sostenersi in questo periodo.

Ma non è facile. Possono insorgere stati di ansia e di stress legati alla situazione particolare che stiamo vivendo e alle privazioni cui siamo sottoposti. L’ansia di combattere un nemico invisibile contro il quale sembrano non esserci difese, può portare a stati di malessere profondo.

E’ molto importante cercare di tranquillizzarci e cercare di vivere il più serenamente possibile questa emergenza. Ma come fare?

Gli amici sono una risorsa importantissima! Restare in contatto con chi amiamo, anche da lontano, è fondamentale. E allora ben vengano tutti i mezzi possibili! Telefono, Skype, WhatsApp, Telegram, Messenger. Ogni mezzo che ci permetta di mantenere vivi i nostri contatti con il mondo esterno ci aiuterà a vivere meglio.

Bisogna darsi una routine quotidiana, fatta di lavoro, ma anche di movimento e di svago prediligendo quelle attività che ci fanno rilassare.

Un buon libro, una serie tv, ascoltare della musica, sono tutte attività da fare tra le mura di casa e che ci aiuteranno a stare meglio.

La Cannabis, come aiuto contro l’ansia

Se poi l’ansia dovesse salire troppo, bisognerà tenerla a bada e, sicuramente, l’uso della cannabis può essere di grande aiuto. La cannabis, infatti, è largamente utilizzata per trattare stati di ansia e di stress perché facilita il rilassamento. Fumare può aiutare a gestire il carico emotivo della quarantena e permetterci di affrontarla meglio!

L’utilizzo della cannabis come coadiuvante nel trattamento degli stati d’ansia è ormai attestato e ampiamente riconosciuto. Il cannabinolo aiuta a rilassarsi senza dare assuefazione e per questo è decisamente preferibile a tutti gli ansiolitici presenti sul mercato.

Non bisogna poi trascurare il lato ludico! Le lunghe serate casalinghe ai tempi del Coronavirus a volte sembrano non passare mai! Dopo aver visto tutte le serie tv presenti sulle piattaforme di streaming, il tempo sembra dilatarsi e sopraggiunge la noia. Come fare ad affrontarla?

La noia non fa bene, nel vuoto causato dalla pandemia si accrescono i pensieri negativi e si ingenera un circolo vizioso che porta dalla noia all’ansia. La cannabis può essere di aiuto anche in questo caso!

Una volta esauriti tutti gli escamotages possibili, dalle videochiamate ai giochi online, dalle danze sul terrazzo alla pizza casalinga, bisogna trovare qualcosa per rilassarsi. Qualcosa che ci accompagni verso il sonno e ci rilassi in modo da permetterci di affrontare la giornata di domani con rinnovata energia.

La cannabis, come ho detto, anche in questo caso può aiutare. I suoi principi attivi, oltre ad agire in maniera efficace contro l’ansia, sono dei potenti rilassanti. Assumere cannabis aiuta a tranquillizzarsi e predispone verso il sonno.

Trovare il modo di rilassarsi è una cosa importantissima in questo periodo di incertezza e di paura perché, se siamo rilassati e sereni, stiamo bene. E se stiamo bene, siamo in grado di compiere lo sforzo collettivo per combattere e vincere questa battaglia

Coronavirus e cannabis terapeutica, possibili benefici?

Coronavirus e cannabis terapeutica, possibili benefici?

Coronavirus e cannabis terapeutica, possibili benefici?

Coronavirus e Cannabis è un’associazione particolare che a molti può far sorridere, ma non a tutti. Di pochi giorni è la notizia che il senatore Lello Ciampolillo, ex senatore del M5S ha scritto al ministro Speranza in merito a Coronavirus e cannabis. Il senatore ha invitato il ministro della salute a tener presente la possibilità di utilizzare la cannabis come possibile terapia contro il coronavirus.

Una teoria senza prove scientifiche

La teoria del senatore Ciampolillo in merito a Coronavirus e cannabis è la seguente. La vaporizzazione dei fiori di Cannabis ha già dato ottimi risultati nel trattamento di disturbi legati all’apparato respiratorio in pazienti terminali. Il fiore di cannabis inoltre, con i suoi 800 e più principi attivi, rafforza le difese immunitarie. Da qui la sua proposta di utilizzarla nel trattamento del nuovo virus.

I prodotti a base di Cannabis, come il Bedrocan, dovrebbero, secondo il senatore, essere testati nel corso di questa emergenza sanitaria.

Secondo il senatore, Coronavirus e cannabis potrebbero funzionare bene insieme e la cannabis potrebbe essere utilizzata nei pazienti anziani. Si sfrutterebbe la sua capacità di liberare le vie respiratorie per accompagnare i pazienti verso la guarigione.

Insomma, sarebbe una terapia di sostegno per aiutare la respirazione in quanti, affetti da polmonite dovuta a coronavirus, sono già trattati con altri farmaci.

Purtroppo, malgrado i numerosi benefici del cannabinolo, il binomio Coronavirus e cannabis non è ancora provato. L’utilizzo terapeutico di questo principio attivo non ha alcun sostegno scientifico. Al momento, poi, una serie di test per verificare la validità della proposta, non sembra essere prioritaria.

Pertanto, preferiamo sospendere il giudizio su quanto caldeggiato dal ministro aspettando che i medici trovino una cura efficace.

Cannabinolo e i suoi effetti terapeutici

Ma associare Coronavirus e cannabis non è detto che sia così azzardato! L’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico è una pratica millenaria. Utilizzata in diverse culture del mondo, la Cannabis ha ormai dimostrato, anche a seguito di studi scientifici, la sua validità nel trattamento di molti disturbi. È attualmente utilizzata come coadiuvante nel trattamento di numerosi disturbi.

  • Disturbi del sonno. Le proprietà rilassanti della cannabis si utilizzano nelle patologie legate ai disturbi del sonno
  • Dolore cronico. La cannabis si è dimostrata molto utile nell’alleviare il dolore cronico di fibromialgie, emicranie e artrosi.
  • Problemi gastro-intestinali. Si utilizza come stimolante dell’appetito in patologie quali l’anoressia, cachessia.
  • Disturbi dell’umore. La cannabis si è dimostrata utile nel trattamento di iperattività e sindrome da deficit dell’attenzione.
  • Disturbi neurologici. La sindrome di Tourette, l’epilessia, la sclerosi multipla e i morbi di Parkinson ed Alzheimer reagiscono bene al trattamento a base di cannabinolo.
  • È anche utilizzata all’interno del trattamento dell’HIV, in caso di distrofia muscolare e in caso di tumori trattati con chemioterapia.

Sulla base di quanto sin qui detto, appare chiaro come un sostenitore dell’uso del cannabinolo possa chiedere di verificare il trattamento di Coronavirus e cannabis.

Principi attivi e sostanze psicotrope

I principi attivi contenuti nella cannabis sono molti e variano in base al diverso tipo di cannabis che viene presa in esame. Ognuno di essi ha delle caratteristiche che ne determinano la funzione.

Il THC, ad esempio, è la parte psicoattiva. Agisce sul cervello ed è utile nel trattamento di molti disturbi differenti, come l’Alzheimer, la sindrome di Tourette, il glaucoma e la sclerosi multipla. Viene anche usato come terapia di sostegno per quanti sono sottoposti a chemioterapia.

Il CDB è un altro cannabinoide. Si tratta di una sostanza anticonvulsivante che viene utilizzata nelle terapie contro i tumori e nel trattamento delle psicosi.

Il CBG è la sostanza base che si converte negli altri cannabinoidi. La sua assunzione porta al rilassamento muscolare ed ha notevoli proprietà antinfiammatorie.

L’utilizzo di queste sostanze, isolate, oppure insieme, è molto utile in tanti casi in cui con la medicina tradizionale non si riesce ad agire.

Possiamo dire a ragione che il senatore Ciampolillo abbia azzardato l’associazione tra Coronavirus e cannabis sulla base dei nuovi studi in merito all’utilizzo dei suoi principi attivi in molti ambiti.

Non possiamo tuttavia sostenere in alcun modo che sia effettivamente utile. Medici e ricercatori esperti avranno l’ultima parola in merito, e non è bene intraprendere terapie “personali” che non siano stare approvate dopo ricerche accurate.

Un efficace rimedio contro l’ansia e lo stress

Ma se non ci sono prove che l’utilizzo della cannabis possa essere curativo per il coronavirus, ci sono altri utilizzi che possiamo farne.

Uno dei problemi associati a questa nuova epidemia e alla quarantena che ne è derivata, è l’insorgere di stati di depressione e di ansia. Stati di stress dovuti all’incertezza per il futuro o alla costrizione tra quattro mura, sono in agguato per tutti. Imparare a gestire questo tipo di ansia è fondamentale per affrontare e superare questo periodo di inazione forzata. Ricordiamo inoltre che tenere l’umore alto e contrastare lo stress aiuta a mantenere alte le difese immunitarie.

In questo caso, Coronavirus e cannabis possono andare d’accordo! La cannabis, utilizzata come metodo testato ed efficace per combattere l’ansia e gli stati depressivi, può a ragione essere considerata un aiuto estremamente valido. Non per i malati, per i quali purtroppo ancora non esiste una terapia testata, ma per quanti, a casa, sono in uno stato di timore e di stress.

Si può combattere lo stress della quarantena abbassando gli stati d’ansia in molti modi. Chiamando un amico, ballando sul balcone al ritmo di musica insieme ai propri dirimpettai e, perché no, con la cannabis!

La cannabis, come abbiamo detto, grazie ai suoi principi attivi è un rimedio davvero efficace per affrontare e superare stress e ansia senza dare dipendenza.

La maggior parte dei farmaci contro l’ansia, infatti, può creare assuefazione, cosa che non fa la cannabis. Si tratta infatti di un principio attivo prescritto in dosi molto basse che rimangono costanti nel tempo. A differenza di altri farmaci che invece prevedono un aumento graduale nell’assunzione, per continuare a fare effetto, la cannabis rilassa senza dare dipendenza.

L’associazione tra Coronavirus e cannabis si può dunque fare come trattamento di supporto di quanti, a casa in quarantena, soffrono di forti stati di ansia e di stress.