Sono sicuramente molti quelli che hanno fatto un pensiero per aprire un coffee shop in Italia. Magari nella Provincia di residenza o in una città più grande, dove l’interesse e il target è sicuramente più importante. Molti giovani imprenditori hanno pensato proprio a questa attività, idea che spesso è il risultato dei tanti viaggi fatti in Europa. Da Amsterdam a Barcelona passando per la Svizzera e l’Austria, sono diversi infatti, i paesi membri dell’Europa dove è possibile avviare questo tipo di attività. In Italia come siamo messi? Beh, l’interesse è cresciuto moltissimo, specie dopo l’approvazione della cannabis light, fino alle ultime sparate a zero del Ministro Salvini. Che di fatto ha gettato una cappa velenosa su tutto il comparto!
Facciamo un attimo il punto su cos’è un coffee shop, perché spesso si ha la percezione di qualcosa di negativo e fuori legge. Ovviamente la realtà è come spesso accade molto diversa dall’immaginario collettivo, vediamo com’è. Aprire un coffee shop in Italia non è proprio una passeggiata, nel senso che il limite della legalità è sottilissimo. Infatti, nei punti vendita italiani è ammessa la cannabis sativa, che ha una percentuale di THC non superiore allo 0,6. Questo vuol dire che prodotti con un valore più altro anche fosse lo 0,8 è già considerato fuori legge.
Cosa può vendere un coffe shop in Italia
Chi va in uno cannabis shop trova generalmente articoli per fumatori, pipe, accendini e altro materiale ricreativo per appassionati. Si possono acquistare anche tisane, infusi, farine, bevande e molto altro tutto a base di cannabis. Chi vuole fumare in realtà non potrebbe farlo, perché la cannabis light anche se con THC 0,6% non è comunque legale. In Italia non è possibile vendere la pianta, le foglie né i semi e fiori, tuttavia può essere venduta sotto forma di “materiale da collezione”, collezionismo quindi. Sì sì avete capito bene, non puoi acquistarla per fumare ma puoi collezionarla … già immagino quante collezioni siano andate in fumo 😀
Per queste motivazioni dove le regole non sono chiare neppure per chi le ha fatte, aprire un coffee shop in Italia può essere impegnativo. Quanto meno necessita una buona dose di coraggio e pazienza tanta pazienza. Del resto, quando hai a che fare con leggi e regolamenti italiani devi avere almeno 2 lauree in fisica nucleare solo per capirci qualcosa. Il solito casino insomma!
Conviene aprire un coffee shop in Italia?
Come detto non è una passeggiata, specie quando combatti con un sistema alla “Precogs” stile Minority Report che blocca i “crimini” prima che siano commessi! Questo è in pratica il quadro attuale, che tuttavia getta le base per il caos legislativo, quasi una sorta di limbo dove gli addetti non sanno cosa c… fare.
Le cose non sono comunque del tutto negative, l’interesse per la cannabis cresce e sarà sempre così fino allo “shock commerciale”. Ovvero fino alla vendita di massa come qualsiasi altro prodotto, l’alcool per esempio, di questo possiamo starne certi. Nel momento in cui entra il grande business, ed entrerà di sicuro, state tranquilli che le regole cambieranno e come se cambieranno. Come dice il grande Gordon Gekko; “i soldi non dormono mai”, di sicuro sveglieranno di colpo i legislatori che si occupano di cannabis e affini. Sì, la cannabis è un buon affare, solo bisogna avere pazienza ancora un po’, ma il mercato esploderà alla grande … preparate i “cannoni” … 😀
Cannabis Club Madrid, tutto quello che devi sapere
In questo post vogliamo mettere in evidenza i punti fondamentale da sapere sui Cannabis Club Madrid, leggi, regole e rispetto delle stesse. Nella capitale di Spagna le cose non sono come in altre città, ad esempio Amsterdam, ci sono delle piccole differenze che è molto importante ricordare. Continua a leggere e capirai bene come e cosa fare per goderti il tuo soggiorno in città e rilassarti un uno dei tanti Cannabis Club Madrid.
Vediamo di seguito ogni punto da ricordare:
Le regole fondamentali in materia di cannabis, a Madrid sono le medesime che a Barcellona, con una differenza sostanziale nei numeri. In questo caso Barcellona doppia abbondantemente quelli di Madrid. Il sistema è appunto lo stesso, si basa sugli stessi principi contemplati anche nella costituzione spagnola. Tuttavia, la regione catalana e la sua stessa amministrazione ha facilitato lo sviluppo della cannabis a Barcellona, ed è per questo che Madrid è un po’ indietro.
La sponsorizzazione, uguale e devi farla tanto a Barcellona come a Madrid, per diventare un nuovo membro di un club devi essere referenziato. Questo può farlo solo un membro esistente del club, si tratta di un sistema a “circuito chiuso” e per farne parte occorre seguire questo iter, nulla di complicato. Da ricordare che la vendita di marijuana in strada è illegale, solo in ambito privato è consentito il consumo quindi non è possibile farlo in pubblico. Per questo i Cannabis Club Madrid possono offrire questo servizio, perché si tratta di un ambito privato, per soli soci.
Nessun obbligo di residenza per iscriversi. Molti club per la registrazione chiedono un indirizzo reale, ovvero di un’abitazione piuttosto che quello di un hotel o ostello. Sono solo alcuni quelli che vogliono questa prova, nella maggior parte dei casi anche il vostro indirizzo Airbnb andrà benissimo. Ovviamente il club è tenuto a rispettare la tua privacy e chiaramente non rivelerà a nessuno il tuo indirizzo.
Tipologia di abbonamento. I social Cannabis Club Madrid offrono una serie di abbonamenti, da quello annuale a semestrale e trimestrale. Questo facilita l’accesso a chi di passaggio e può acquistare un abbonamento più breve. La regola della sponsorizzazione vale sempre, quindi una volta decaduto l’abbonamento, molti club cancellano del tutto il membro altri no. In questo caso si dovrà iniziare tutto da capo.
Divieti e restrizioni sulla cannabis a Madrid
Possesso della cannabis fuori dal club. In Spagna puoi possedere piccola quantità di marijuana ma in luoghi privati, casa o il club. Per cui è consigliabile se proprio è necessario portare appresso la cannabis, di nasconderla nella biancheria intima indossata. In questo caso se fermati dalla polizia non potranno controllare nell’intimo senza mandato. È consigliabile non possedere per strada nessuna quantità di cannabis.
I controlli della polizia. Le forze dell’ordine controllano i Cannabis Club Madrid solo per due motivi principali. Il primo se sospettano che nel club vi siano traffici illeciti, il secondo se il club è un pericolo per la salute pubblica. Si tratta di un problema che riguarda i gestori del club e non dei membri che ne fanno parte, quindi in questo caso si può stare tranquilli. Ovvio a patto che non ne siate coinvolti direttamente.
Nessuna cannabis terapeutica. Non c’è nessun medico in Spagna che può prescrivere la cannabis per scopi terapeutici, in quanto non previsto dal loro ordinamento. Di fatto non ha alcuna rilevanza se si consuma cannabis per scopi medici o ricreativi, importante è farlo privatamente, a casa o nei Cannabis Club Madrid.
Vietato fumare in pubblico. Per quanto la presenza dei Cannabis Club Madrid sia legale, questo non deve trarre in inganno, i club sono privati e legali, fumare in strada no. È quindi importante non dimenticare questo punto. Se si viene sorpresi a fumare in pubblico la polizia può applicare una sanzione e altre spiacevoli situazioni. Meglio evitare.
Per concludere
Goditi il piacere di consumare cannabis nei clubs, fallo nel rispetto delle regole più basilari, tenendo sempre un comportamento educato e rispettoso delle leggi. Seguendo questi principi non ci saranno mai problemi e potrai goderti tutta la cannabis che vuoi come membro dei vari club della città!
Molti probabilmente rimarranno sorpresi da questo post sul come preparare il burro di cannabis, in realtà è più utilizzato di quanto si possa pensare. Questa pianta ha caratteristiche tali che si adatta perfettamente per molteplici utilizzi, dalla creazione di oggetti ad usi alimentari. Olio, farina, pasta, pane, condimenti e molto altro ancora, tra questi il burro è forse il prodotto meno noto e commercializzato. Infatti, possiamo prepararlo in casa con le quantità giuste degli ingredienti di base. Il burro di cannabis sarà perfetto per aromatizzare molti alimenti, ad esempio i brownies e le space cake, tanto per citarne alcuni.
Il burro essendo un ingrediente di base e grasso, ha la capacità di assorbire i cannabinoidi liposolubili, quali il THC e CBD. Questo vuol dire che sarà possibile condire quasi ogni piatto aromatizzandolo con la marijuana, ottenendo così dei piatti sfiziosi e innovativi. Di seguito vedremo come preparare il burro di cannabis, la cui ricetta richiede circa un’oretta di tempo per ottenere il prodotto finito. Precisamente 15 minuti per la preparazione e circa 45 minuti per la cottura.
Cosa occorre e come preparare questa ricetta
Utensili:
Spatola o cucchiaio grande
Casseruola o padella
Ciotola grande
Colino
Strofinaccio
Contenitore ermetico
Ingredienti:
7 grammi circa di cime di cannabis
½ tazza di burro non salato
Preparazione:
Il primo step è quello di tritare la cannabis decarbossilata, dovrà essere in sostanza una polvere molto fine. In questo modo si otterrà una maggiore superficie della marijuana, la quale si assorbirà con molta più facilità.
Secondo step, mettere il burro dentro una pentola e farlo sciogliere a fuoco lento, poi aggiungere un po’ alla volta la polvere di marijuana. Il tutto va mescolato molto bene e con continuità ad ogni pizzico di polvere che aggiungete. Per i vegani invece del burro è possibile usare l’olio di cocco, è vegetale ed ha più meno le stesse caratteristiche del burro tradizionale, quindi cambia ingrediente ma i risultati sono identici.
Trascorsi circa 45 minuti e a cottura completata, versare tutto il composto in una ciotola grande filtrando il tutto con un colino. Questo passaggio solo per eliminare alcuni frammenti più grandi della cannabis. Premere bene sul colino con un cucchiaio o spatola, per raccogliere tutto il composto disponibile.
Per un ulteriore filtraggio ed eliminare qualche residuo di marijuana che può aver attraversato il colino, è possibile usare uno strofinaccio da cucina.
Il risultato sarà un olio verde, che entro poco tempo solidificherà diventando un bel panetto di burro alla marijuana. Infine, per conservarlo è consigliabile riporto in un contenitore a chiusura ermetica e riporto in frigo o congelatore. Così da poterlo usare ogni volta che ne abbiamo voglia.
E così abbiamo scoperto come preparare il burro di cannabis, un estratto con il quale possiamo creare molte altre interessanti ricetti a base di cannabis. Possiamo condirci la pasta, usarlo per preparare biscotti, insaporire carne e pesce, insomma usarlo in decine di occasioni e farlo assaggiare ai nostri amici. La ricetta e facile e veloce, con questo burro alla cannabis possiamo insaporire i soliti piatti e dargli nuova vita e sapore unici!
Social clubs cannabis Madrid, scopri la realtà della capitale spagnola!
Malgrado la città sia avanti rispetto a molte altre capitali europee, l’informazione che arriva alle persone sui social clubs cannabis Madrid è fuorviante e sbagliata. Si tratta di una realtà ben diversa da quella percepita dai visitatori, il motivo è sempre il solito, la scarsa informazione combinata con quella negativa. In questo post vedremo i punti più importanti di questa realtà associata ai social clubs giusto per sfatare falsi miti e informazioni non corrispondenti alla realtà.
I primi quattro punti:
È comune pensare che a Madrid in clubs siano scarsi e pochi, in realtà in tutta la capitale se contano ben tra 80 e 100.
Ricorrente il dilemma se occorre o meno essere spagnoli per associarsi a un club, smentiamo quindi che non è affatto necessario essere spagnoli. Chiunque può iscriversi, l’unico requisito è che occorre essere sponsorizzati da un membro già iscritto.
Molti si chiedono se i social clubs cannabis Madrid siano differenti da quelli di Barcelona. No, non lo sono, a livello burocratico e amministrativo non hanno alcune differenze. Anche per quanto riguarda la gestione dei clubs non ci sono differenze sostanziali, quindi il meccanismo è il medesimo.
Alla maggior parte delle persone i social cannabis clubs Madrid possono apparire come una novità di questi ultimi anni. Errato, nella capitale ci sono già da diversi anni, il punto è che non se ne è mai parlato a sufficienza e in modo chiaro.
Le cose non sono mai come ce le raccontano:
La balla delle feci nell’hash venduti nei social clubs di Madrid. Questa è una clamorosa cazzata venuta fuori da uno studio del 2018, dove fu analizzato l’hash venduto in strada e non i prodotti venduti nei clubs. Tuttavia, come spesso accade la notizia è stata comunicata male e purtroppo interpretata peggio. Ovviamente il fumo comprato per le strade non è minimamente paragonabile ai prodotti acquistati in un club. È normale che nella “roba” di strada ci siano le feci, questa viene contrabbandata nel modo che potete immaginare, ma questa è una storia di droga! Per cui questa storia fu associata ai clubs ma che ovviamente non ha nulla a che fare con loro!
Non c’è varietà di prodotto a Madrid! Questa è un’altra grossolana bufala che gira online. In effetti nei social clubs cannabis Madrid, la qualità dei prodotti è eccellente e la stessa varietà non ha nulla da invidiare a quella disponibile in altre città. Nei clubs si trovano differenti varietà di fiori, prodotti da coltivatori spagnoli con estrema cura. Trovate anche concentrati, essenze, tinture e tanto altro, insomma non manca proprio nulla.
Molto più facile di quanto si immagina:
Il timore di correre rischi associandosi ad un club. Questa è un’altra delle fake metropolitane che girano nel web. No, ovviamente non si rischia nulla per l’associazione ad un club cannabis in Spagna. Questo perché il possesso e l’uso personale della cannabis non è reato e non sarà mai perseguito penalmente. Il massimo del rischio che puoi correre è quello di beccarti una multa di qualche centinaio di euro se vieni fermato. Tutto comunque finisce lì, non ci sono arresti tanto meno agenti con le pistole spianate, questa è roba da pellicole di quart’ordine! Se vuoi saperne di più leggi la nostra guida qui.
È difficile entrare in social clubs cannabis Madrid? Ecco questo forse è il punto più interessante. No, ovviamente non è affatto difficile, i requisiti di età possono variare da un club all’altro da 18 a 21 anni, ma le regole sono sempre le stesse. Tanto a Madrid quanto a Barcelona, per entrare in social clubs cannabis devi essere sponsorizzato da un membro, avere appunto l’età giusta e ovviamente presentare un documento che la certifichi.
In conclusione
I clubs della capitale spagnola sono numerosi e all’avanguardia, le regole ovviamente sono le stesse in tutta la Spagna senza distinzioni. Le fake che girano online sono del tutto false, spesso del tutto contrarie alla realtà.
Quella che è vero è che a Madrid ci sono davvero dei clubs strepitosi, dove puoi entrare e stare insieme ad altri membri e condividere il piacere di fumare senza problemi, garantito!
Filiera della cannabis, il nuovo business andrà in fumo?
È agricoltura, sostengono i coltivatori della filiera della cannabis, certo è che non si tratta di magia o altre stregonerie. Piantano un seme, lo accudiscono e fanno crescere una pianta innocua, anzi miracolosa per i suoi molteplici effetti e implicazioni collaterali. Diciamo che in questo momento storico la canapa sta o stava … (vedremo cosa succede), realizzando un piccolo miracolo economico, offrendo una possibilità di lavoro a molte persone. Per lo più giovani, ma anche molti agricoltori convertiti che hanno visto nella canapa un modo per vedere riconosciuto al meglio il loro lavoro. Se pensiamo che le grandi compagnie dalla GDO pagano per i pomodori agli agricoltori una decina di centesimi il chilo … Capite che la “canna” a ragion veduta è molto più interessante a parità di impegno e fatica!
Tutto questo per dire che la situazione è un diciamo un po’ a cazzo. Che in Italia, come al solito si è venuta a creare sta facendo il solito casino e danni, mettendo in crisi la filiera della cannabis. L’attuale situazione è che sia i coltivatori come anche i proprietari dei coffee shop stanno un po’ con il culo stretto, perché non sanno cosa devono fare. E questo pensate dopo aver investito soldi e diciamolo pure infrangendo le speranze di molti di crearsi un reddito che altresì lo Stato non riesce a garantire! Altro che reddito di cittadinanza, qui stiamo parlando di alcune decine di addetti ai lavori che contribuiscono a dare altrettanto lavoro con l’indotto!
Un business che raddoppia ogni anno scomparirà?
È questo il succo della storia, lo Stato vuole davvero cancellare un business che genera posti di lavoro, introiti del 22% di Iva più tasse, oltre a nutrire speranze a molti? Possibile che ci siano ancora queste deficienze mentali da vietare l’uso della cannabis per altro dalle proprietà con THC allo 0,5%. Chi vuole questo è decisamente insano di mente, senza considerare poi l’ambito curativo della marijuana, orami accettato e raccomandato da molto medici. Insomma, un bel casino per migliaia di italiani che qualche anno fa avevano visto nella cannabis l’opportunità di lavoro e soprattutto di futuro.
Tante dinamiche che si intrecciano tra loro e che in buona sostanza volgono verso un miglioramento della società. È sì, perché farsi le “canne” in modo legale e se vogliamo controllato dallo Stato, ha un impatto importante anche sullo spaccio. Colpisce duramente anche la criminalità che ruota intorno alla proibizione della cannabis, che notoriamente non versa Iva e non paga le tasse. Anzi, con i proventi illeciti si creano altre dinamiche di illegalità contigua, tutto questo viene meno pensate con la canapa innocente con solo lo 0,5% di THC! Ovviamente non vedere tutto questo vuol dire cecità culturale o malafede, il che fa pensare anche molto male sulle reali motivazioni! Ma pensiamo positivo perché implicazioni istituzionali che vietano per favorire il “giro” illegale della marijuana fa venire i brividi, meglio non pensarci.
Perché sostenere la filiera della cannabis
Prima di tutto perché sarebbe un sacrosanto principio di libertà, poi perché non c’è nulla di pericoloso nella canapa sostanzialmente priva dei principi attivi. Ora essenze, profumi, aromi, olio da cucina, farine ecc. Possono mai essere un problema di salute e ordine pubblico? Insomma, stiamo parlando sostanzialmente di prodotti naturali, il più delle volte prodotti da agricoltura bio e super controllata. Vogliamo vedere quanta chimica contengono gli equivalenti prodotti offerti dalla filiera tradizionale? A questo punto resta davvero difficile e complicato capire tutto il casino che si sta generando intorno alla filiera della cannabis. Siamo poi immersi in bel paradosso, perché quelle attività legate alla commercializzazione della canapa, che oggi sono sotto la lente, sono state autorizzate della Stato.
Se oggi diventano illegali, di fatto lo Stato ha per primo violato la “legge” in questione, in quanto a suo tempo ne aveva autorizzato la vendita e commercializzazione. Il solito giro di vite dantesco negli inferi di un paese che fatica sempre più a trovare un minimo di normalità, di pace e rinascita anche culturale. E per tutti questi motivi, una mente funzionante fa fatica a capire sto casino del tutto immotivato se non dalla assoluta ignoranza di chi ne conduce una battaglia senza senso. Nelle prossime settimane ci dovrebbero essere ulteriori novità sulla via che questa storia dovrà prendere, ovviamente ci auguriamo in una presa di coscienza! Nel frattempo, i coltivatori sono fermi, i coffee shop idem e migliaia di persone hanno il timore di perdere il lavoro o impresa, vi pare un paese normale?
Le istituzioni devono supportare non vietare
Una volta appurato che il livello del principio attivo della canapa è in percentuale ridotta e innocua, non c’è ragione per sanzioni, divieti o strette sul prodotto. La filiera della cannabis è controllata alla fonte, direttamente nelle coltivazioni fino al banco di vendita del coffee shop. Le possibilità di andare “fuori legge” sono praticamente inesistenti, anzi, per essere esatti, il business nel suo insieme contribuisce largamente alla legalità. Quella legalità che si manifesta anche con il contrasto al sottobosco dello spaccio ai minori, vera piaga della marijuana illegale. La fascia debole che può essere facilmente manipolata e indotta verso altre sostanze, ovviamente per l’interesse di spaccia!
Con la filiera della cannabis e la distribuzione legale del prodotto, ovviamente regolata dalla Stato, tutto il traffico svanisce come neve al sole. Ed è sicuramente più comodo e socialmente accettabile andare in coffee shop, piuttosto che nei giardinetti dal pusher che smercia senza alcuna regola! Stiamo creando un mondo senza tutto lo schifo che abbiamo visto e conosciamo, perché tanta smania di tornare indietro non si capisce proprio, non ha senso tutto questo.
Intanto i produttori di canapa light stanno davvero con il fiato sospeso e non sanno che quale morte devono morire, di certo non è una condizione di paese sviluppato e civile. Chi legifera dovrebbe ogni tanto fare uno sforzo empatico e mettersi nei panni di coloro che hanno fatto sacrifici e investito fino all’ultimo centesimo per crearsi un’opportunità di lavoro. Tutto questo purtroppo, è di difficile comprensione per quelle “menti” che siedono negli scranni del Parlamento … e ogni speranza potrebbe davvero andare in fumo!!
È sì, è proprio uno strano paese l’Italia, prima le crociate anche contro le tisane e le caramelle alla cannabis, ora torna tutto legale entro la soglia dello 0,5% di Thc. Beh, che dire cambiare idea è segno di intelligenza e comprensione del mondo, certo, il problema è che qui le idee corrono come treni ad alta velocità! Ricordate qualche settimana fa l’anatema di Salvini?
A quella sparata preelettorale, (tanto di cappello al genio del marketing che l’ha pensata) seguirono controlli e sequestri in molte città d’Italia. Con il risultato che molti imprenditori, per lo più giovani, hanno visto sfumare il loro sogno di un’attività o meglio lavoro.
Furono giornate convulse con proteste organizzate e spontanee, i media ne hanno parlato gongolandoci sopra come sempre accade, migliaia di “cristi” erano col culo stretto per via delle dichiarazioni del Ministro di “ferro”. Insomma, alla fine altro non era che la solita sceneggiata per altro anche mal interpretata. Veniamo alla notizia che ribalta tutta la gazzarra fatta contro la cannabis, ovvero la sentenza che della cassazione del 30 maggio scorso.
La quale stabilisce che, la cannabis light non può essere sequestrata preventivamente se non provato che il livello di Thc è superiore allo 0,5%! Questo vuol dire che non è assolutamente possibile sequestrare alcunché se non appurato e certificato che il materiale in vendita in cannabis shop vende prodotti che superano questa soglia! Ci siamo? … Chissà come l’ha presa il Ministro Salvini, che a quanto pare secondo il suo modus operandi dovrebbe essere sequestrata anche la camomilla!
La vicenda che ha portato alla sentenza
In quel di Rapallo, fu sequestrata la merce in un negozio di cannabis, infiorescenze, flaconcini di oli, confezioni di tisane e foglie a base di canapa sativa ecc … Il malcapitato commerciante si era opposto al sequestro, giustamente, rivolgendosi al Riesame.
Ottenendo così la ragione sul sequestro, ed ovviamente la disposizione della restituzione di tutta la merce sequestrata, da ridire se non fosse stata una tragedia per il povero commerciante. Ecco, questo è come funzionano le cose quando non si capisce un c…o, dove si bada solo a fare gli “sceriffi” della contea del paese dei balocchi!
Direi quindi che ora le cose sono un po’ meglio dopo questa sentenza, che di fatto lascia un precedente una volta tanto a favore di chi vuole fare business con la cannabis. Uno modo come un altro per guadagnarsi da vivere, esattamente come chi vende alcol, sigarette e medicine come fossero caramelle … insomma il mondo come lo viviamo oggi. La sentenza in altre parole conferma la legalità della cannabis con un valore non superiore allo 0,5%, praticamente torna tutto come prima.
Con una differenza sostanziale molto importante, ora, nessuno potrà sequestrare preventivamente un bel nulla, per farlo dovranno avere appunto la certezza che tale livello sia ben superiore a quanto previsto per legge. Relax quindi, nessuno ha infranto leggi ne con le tisane o altro venduto nei coffee shop, quindi facciamoci un po’ di “gas” 😀
Cosa succede adesso?
Praticamente nulla, tutti tornano alla “normalità” delle solite cazzate, la campagna elettorale per le europee è finita, Salvini ha ottenuto quello che voleva e tutti siamo contenti. Noo? Va bene, magari volevate i titoloni sui giornali e tante scuse, ma sapete come sono fatti i giornalai, non scrivono le notizie ma gliele dettano! Per cui accontentiamoci di questo risultato anche senza clamore e ritorniamo al lavoro, c’è tanto da fare là fuori e siamo solo all’inizio. Forti di questa sentenza poi, d’ora in avanti a qualsiasi “minaccia” di sequestro possiamo dire chiamate la scientifica e fate analizzare i campioni dei prodotti! Ecco, sulla base di questa “arma” giuridica confermata dal Riesame, credo proprio che la voglia di fare sequestri in futuro sarà sempre meno sentita.
Troppo lungo come iter, occorre il mandato, chiamare personale per prelevare campioni, analizzarli, attendere i risultati … per poi non poter fare un c…o perché il tutto è sotto lo 0,5% di Thc. Ora, se qualcuno aveva intenzione di lanciarsi nel business, può fare tesoro di questa storia fantasiosa all’italiana e incorniciarla a futura memoria … non si mai può tornare utile! Ok la cannabis legale a quanto pare è un fatto ormai certificato, ovviamente stando sempre entro i limiti previsti dalla legge, che poi in sostanza erano quelli precedentemente previsti. Diciamo che è stato solo un giro di vite ma a vuoto.
La cannabis legale, chissà cosa dicono i detrattori …
Tutta la commedia si è rivelata una farsa, una sceneggiata d’altri tempi che ha solo creato scompiglio e qualche grattacapo ad alcuni titolari dei coffee shop italiani. Tuttavia, sarebbe il caso di ricordare ancora una volta che, con la cannabis non si è mai ammalato nessuno, vogliamo invece vedere quanti sono i malati in preda all’alcol e sigarette? È tutto qui il punto, guardano sempre il dito e mai la luna, sapete perché, semplice il dito è molto più vicino della luna.
Prendiamo atto di tutto ciò e andiamo avanti, la ragione e la verità hanno sempre trionfato contro ogni tiranno e impositore, quindi siamo sulla strada giusta. La cannabis legale lo è oggi, ma in realtà lo è sempre stata, il punto, purtroppo, è che la storia la scrivono i vincitori, o nel caso chi controlla i media. Oggi però i media li controlliamo tutti, la Rete e Internet da voce a tutti e la verità circola come il sangue nelle vene di ognuno di noi. Questo per dire che la storia oggi la facciamo tutti noi, perché collettivamente siamo interconnessi in quell’immenso “cervello” che è la memoria dei bit online.
Sicuramente potranno esserci altri sceriffi che daranno faranno la caccia alle solite streghe, ma che di fatto non potranno fare un bel niente. Ricordare il proibizionismo di inizio secolo? Alcol venduto negli scantinati delle grandi città americane per poi finire sugli scaffali dei supermercati! È il mercato bellezza … La cannabis legale farà la stessa fine, forse un giorno la compreremo direttamente nell’angolo della frutta e verdura. Per ora accontentiamoci di “pippare” legalmente in uno dei tanti coffee shop!
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