Sarebbe da ridere se non fosse drammatico, sono bastate alcune sparate del Ministro e la cannabis light illegale nuovamente in Italia! Che dire, il Ministro dell’Interno Salvini sostiene che sia malsano fumare o mangiare un biscottino di cannabis light. Sono bastate un paio di settimane, più il successo elettorale della Lega, capeggiata da Salvini appunto, che ecco puntuale la “riverenza” della Cassazione.
Forse solo un modo per non urtare la sensibilità del Ministro sul tema in questione. Già, perché solo alcuni mesi fa, a inizio febbraio per la precisione, sempre la Cassazione stabiliva che la cannabis light era legale. Annullando un sequestro ai danni di un punto vendita, stabilendo e confermando la legalità del prodotto in questione.
La retromarcia a questo punto sembra solo “ossequiosa”, ovvero una sorta di messaggio al Ministro, “stiamo dalla tua parte”. Sembrerebbe che la situazione sia proprio questa, motivo sicuramente di riflessione non solo sulla vicenda ma sulla Giustizia in linea generale. Il paradosso ora è questo, qualche mese fa il sequestro portò a confermare la legalità, ora un altro sequestro ribalta completamente la situazione.
Sembra proprio che in Italia qualcosa non funzioni, il sistema pare sia proprio andato in corto circuito e ne pagano le spese sempre i cittadini. Certo è che la rapidità e concomitanza che si ha con le sparate di Salvini sulla cannabis induce a pensare … Andreotti diceva: “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina”! Ora, il cattivo pensiero è che questa chiusura della cannabis light illegale induce, mette stranamente in luce una “coincidenza” straordinaria. Salvini mette al bando e dichiara guerra a tutte le “droghe” e arriva puntuale la Cassazione che … Avrà ragione Andreotti?!
Il danno economico odierno e futuro
Questa storia ha anche delle conseguenze pesanti sull’economia, infatti, ci sono in ballo circa 800 punti vendita, i quali sono di fatto già illegali. Questi punti vendita ormai vendono cannabis light illegale, dalla sera alla mattina sono diventati “fuori legge”. Se non è assurda questa situazione, diete voi, una storia degna delle più fantasiose avventure disneyane.
Tuttavia, il danno non è solo quello relativo ai punti vendita, no ovvio, riguarda anche i produttori e tutto l’indotto che ruota intorno al business. Diciamo che si tratta di un bel danno, Salvini ha aperto bocca e fatto tanti e tali casini che la Cassazione ne ha decretato la legittimità delle sue affermazioni. Siamo al comico lo so, ma l’Italia pare essere un paese destinato alla lacerazione perpetua, poi si domandano anche perché i giovani fuggono dalla Patria!
Oltre tutto questo casino economico presente, danneggia anche tutto il potenziale di crescita futuro. Sì, perché il settore è in fortissima espansione, di certo queste “tarantelle” stile latino-americano non sono incentivanti per chi vorrebbe aprire un punto vendita. Il danno quindi non solo all’oggi, ma ancora più grande se guardiamo al domani alle percentuali di crescita del settore. Poi dicono che c’è la crisi e manca il lavoro … insomma, se le cantano e se le suonano e pure male! Se questo status semi tridimensionale sarà confermato, il settore produttivo della canapa prende un bel colpo allo stomaco.
Ricordiamo che la cannabis non è solo canne!
Avendo dichiarato la cannabis light illegale, hanno condannato uno dei settori più floridi in Italia in questo momento. A tal proposito è bene ricordare che con la cannabis light, si realizzano tutta una serie di prodotti anche alimentari. Per esempio, biscotti, olio alimentare, per altro ricco di proprietà utili per la salute, mobili e arredamenti, una miriade di altri prodotti.
Questo per dire che con la pianta della cannabis si realizzano centinaia di prodotti, oltre ovviamente l’erba da fumare. Che va ricordato è priva di THC quindi del principio attivo, di fatto innocua. E non è tutto, perché anche il settore farmaceutico e medico si stava avviando verso la prescrizione della cannabis ad uso terapeutico … e adesso? Possiamo anche ipotizzare che in Italia presto aumentino i “malati”, se la cannabis light illegale resta tale molti useranno questo escamotage. Parliamo dell’Italia quindi …
Ora, qualcuno dovrebbe spiegarci, possibilmente con parole semplici, il motivo per cui dovrebbe essere illegale un prodotto innocuo! Lo abbiamo già scritto in altri post, come mai allora la Cassazione non rende illegale l’alcol o le stesse sigarette, forse perché Salvini beve e fuma?! Insomma, questa della Cassazione pare un’uscita davvero straordinariamente esagerata. Nel 2016 la legge regolava la vendita e attribuiva la regolare commercializzazione e coltivazione della canapa, come pianta agricola.
Che cos’è che non va più bene adesso? Semplice, il contenuto di THC, ovvero la sostanza che crea effetti psicotropici, contenuta tra lo 0,2% e lo 0,6%, è superiore a quanto previso. Ovvero, secondo la Cassazione la cannabis light illegale diventa perché la percentuale di tolleranza non era riferita ai prodotti. Cioè invece al principio attivo della pianta coltivata e che quindi la commercializzazione non è consentita secondo la legge 242 del 2016.
Posizioni estremiste e mentalità da proibizionismo
Le dichiarazioni del Ministro sono state ferme e dure, niente “droga” senza se e senza ma … “ci si può divertire senza drogarsi” … ha detto! Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Meloni, altro esponente politico a doppia morale, cannabis light illegale ma alcol e sigarette a gogo! Già me li immagino i due a bruciare canapa nelle piazze così come facevano gli sceriffi al tempo di Al Capone con le bottiglie di whiskey! Insomma, siamo alle comiche solo che non fanno ridere, anzi, per molti saranno giornate amare, vedono andare in fumo tutto senza neppure una canna accesa!
Che altro dire, si rimane basiti alla mutevolezza delle cose, pare che coloro che prendono decisioni per milioni di persone siano sotto effetto psicotropico! Sì, perché altrimenti non si spiegano certe situazioni che hanno dell’inspiegabile, contraddittorio e persecutorio. Assistiamo ad un deterioramento sociale e di certo la colpa non è della cannabis, perché di fatto morti per la cannabis non ce ne sono. Mentre invece Salvini e Meloni, possono dire la stessa cosa per alcol e fumo? Certo che no, eppure ogni anno falcia le vite di decine di miglia di persone, ma nessuno si erge a sceriffo contro chi vende e produce alcol e sigarette.
Siamo ritornati di nuovo all’oscurantismo, la cannabis light illegale … prendete nota!
Legge sulla cannabis in Spagna, legale ma con cautela
È una di quelle domande che si pongono sempre più consumatori, la legge sulla cannabis in Spagna com’è? Proviamo a dare qualche spunto per comprendere come viene affrontato questo tema in terra spagnola. Diciamo subito che la marijuana è legale, ma dobbiamo anche precisare che lo è solo ed esclusivamente nei Cannabis Social Club.
Per cui scordatevi di poterla trovare tanto meno consumare per strada come quando si fuma una banale sigaretta. La legislazione, o meglio la legge sulla cannabis in Spagna offre la possibilità di consumo e produzione, ma solo a determinate condizioni. Come abbiamo detto si può consumare cannabis solo nei clubs, dove per accedervi occorre esserne soci, quindi è necessario pagare un’iscrizione.
In altre parole, si possono costituire cooperative che si occupano della coltivazione, le quali poi vendono il raccolto ai vari clubs sparsi in tutta la Spagna. Si tratta di un sistema che funziona egregiamente, da un lato la produzione e dall’altro il consumo al dettaglio. Nel mezzo le autorità e le forze dell’ordine che controllano il tutto, questo per evitare una deriva che porti fuori controllo il sistema. Questo tipo di liberalizzazione legale, offre non solo un controllo più facile alle autorità, ma contribuisce a diminuire i reati connessi.
Diventare socio di un club quindi è la sola via per accedere alla cannabis legalmente. Senza il timore di essere perseguitati dalla giustizia per qualche “pippata” di cannabis. Tutto questo ovviamente è molto positivo, tuttavia occorre tenere bene a mente che non è il “Paese dei Balocchi”. Il consumo non è consentito fuori dai clubs quindi è bene saperlo per non correre rischi.
Vietato consumare marijuana per la strada
Un errore da evitare, ma che spesso sono molti a farlo, a volte anche solo per spavalderia (pirlaggine?) alcuni fumano per strada, errore! La polizia controlla meticolosamente che si eviti di fumare in luoghi pubblici o per la strada. Controlli che possono creare anche qualche grattacapo, di cui si può fare a meno, oltre la perdita di tempo e spesso il “passaggio in centrale”.
La cosa non finisce lì, chi viene sorpreso dovrà pagare una multa da 300 euro, oltre la segnalazione e una schedatura. Ricapitoliamo, non si può fumare per strada, perché se beccati ci sono multe con importi a due zeri!
Non è solo questo il punto, la legge sulla cannabis in Spagna, vieta anche il possesso, non c’è un minimo quantitativo, è vietato punto. Non ci sono scappatoie di comodo, se vuoi “pippare” senza problemi e in tutta libertà puoi farlo in uno dei vari Cannabis Social Club. Qui puoi fumare, rilassarti e goderti il piacere di fumare senza alcun controllo o restrizione, sono isole franche dove la legge lo permette. Anzi, dove la legge rende possibile il libero consumo perché circoscritto in appositi locali come i clubs.
Si può quindi evitare di rischiare sanzioni e spiacevoli “contrattempi” con la polizia, che può trattenerci anche per ore. Per cui non dare ascolto a facilonerie online senza alcun fondamento, noi siamo qui, a Barcelona e tocchiamo con mano questa realtà ogni giorno. Sì, la legge sulla cannabis in Spagna offre la possibilità di consumarla, ma ricordate solo nei coffee shop autorizzati, fuori da questi siete punibili. A quanti credono che sia sufficiente dimostrare di aver acquistato la marijuana in coffee shop ed essere in regola, diciamo che si sbagliano e non è così che funziona la legge.
Le differenze con Amsterdam
In Europa prima deteneva il monopolio l’Olanda, in modo particolare Amsterdam, oggi confronto alla Spagna sembrano quasi inesistenti. La legge sulla cannabis in Spagna ha prodotto una vera e propria rivoluzione a livello culturale, e non solo nel paese ma in tutto Europa. In questo momento Barcelona è la città che più di tutte a saputo interpretare questa nuova ventata di liberismo culturale, lontana dai dogmi di un “protezionismo” ipocrita e falso. In Spagna le regole sono precise, si può consumare sì ma non per le vie delle città, se sorpresi anche con una minima quantità ci sarà il sequestro e la sanzione. Certo nulla che possa essere di grave entità, ma è bene tenerlo a mente e soprattutto evitare questioni di questo tipo con le autorità.
Il prossimo passo probabilmente o forse sarà proprio questo, legalizzare anche il possesso e l’uso personale, giusto per capirci come le sigarette. Se vai in giro con un pacchetto sei a posto ma se vai in giro con uno scatolone a meno che tu non sia un tabaccaio sono problemi, relativamente alla cannabis ovvio.
Siamo di fronte a un bivio, sicuramente per il momento quella dei coffee shop è la strada percorribile migliore, se non altro per stigmatizzare una cultura farraginosa. La legge sulla cannabis in Spagna è relativamente nuova, ed è normale che nel tempo si perfezionerà. Succede sempre così, questo perché è impossibile prevedere tutte le variabili di ogni cambiamento sociale regolato da nuove leggi.
La cannabis in tranquillità nei cannabis coffee shop
Per quanti si recano in Spagna e vogliono provare l’esperienza in uno dei tanti cannabis coffee shop, possiamo dire che sarà esattamente come ve l’aspettate. Una vera e propria esperienza culturale che mette al centro la libertà di scelta individuale, seppur con i limiti di cui sopra ma sempre di libertà si tratta. Per cui scegliete il vostro bel cannabis coffee shop e godetevi in santa pace il vostro momento di relax.
C’è da dire poi che la legge sulla cannabis in Spagna è ben strutturata, perché mette in relazione produttori locali che devono distribuire attraverso gli shop autorizzati.
Per cui consumare marijuana vuol dire incentivare gli agricoltori spagnoli, che infatti, crescono in numero ogni anno, con ovvi benefici per l’economia. In altre parole, la legge sulla cannabis in Spagna non è casuale, oltre il mercato legale della canapa, c’è anche tutto un indotto che produce altre entrate per lo Stato. Turisticamente è un forte incentivo, perché decine di migliaia di giovani e non solo si recano per esempio a Barcelona, per cui puoi consumano molto altro.
Per esempio, i ristoranti, bar, locali, alberghi e tutte quell’apparato dell’intrattenimento turistico. Non è certo una legge fatta a caso, sicuramente da migliorare ma che comunque produce i suoi tanti effetti positivi. Questo oltre a dare un’aurea al paese e in particolare a città come Barcelona di apertura sociale e culturale come pochi altri paesi. Di sicuro non poca cosa, se riescono a dare un trust al paese come moderno e socialmente evoluto i benefici dureranno decenni!
Business cannabis, Belushi e altri personaggi famosi diventano produttori
È notizie fresca di stampa, l’attore Jim Belushi, fratello minore di John tra i produttori americani, il business cannabis conquista Hollywood. È l’ultimo di una lunga serie di personaggi famosi che hanno investito nella produzione di cannabis. Anche se lui a differenza di altri, cura direttamente le sue piantine, segno che apprezza come molti la cannabis e le sue proprietà.
Molti altri personaggi noti negli USA stanno investendo in questo prodotto dalle prospettive di crescita incredibili. Citiamo i più noti, Seth Rogen, Whoopi Goldberg, Mike Tyson, Snoop Dogg compresi di eredi Marley. Mentre in Italia abbiamo un popolare J-Ax e altri noti personaggi che hanno fiutato, è il caso di dire, l’affare e stanno mettendoci soldi e faccia.
L’ultimo a rendere pubblico il suo business cannabis è stato appunto Belushi, figlio di albanesi migrati dallo Zio Sam molti anni fa. Jim comunque non è uno che va per il sottile, non si è limitato solo a mettere il nome su un prodotto, lui lo produce davvero.
Con la sua Belushi’s Farm coltiva marijuana nello Stato dell’Oregon, dove a quanto pare è un buon posto per tirar su ottime piante. Belushi è uno che va nella sua piantagione e controlla il raccolto, la salute delle piante ed ovviamente anche la qualità dei suoi raccolti. Uno dei motivi che lo spinto a produrre marijuana è l’utilizzo medico, infatti, lo ha spiegato nelle sue più recenti interviste.
Uno dei trattamenti al quale fa riferimento è quello del PTSD, ovvero il disturbo da stress post traumatico, sindrome che affligge i reduci. Quindi un uso anche terapeutico della sua cannabis, che cura e raccoglie personalmente.
Se John avesse fumato erba come un turco sarebbe ancora vivo!
È la triste verità, il fratello John Belushi morto a soli 33 anni per overdose, sarebbe ancora vivo se fosse stato un accanito fumatore d’erba! Purtroppo, o per fortuna è proprio così, le canne non hanno mai ammazzato nessuno, ed è stato davvero un delitto bistrattare questa pianta per tanto tempo.
Oggi le cose stanno cambiando, vanno verso quella direzione che avrebbe dovuto prendere almeno mezzo secolo fa. Ma sappiamo per quale motivo non è andata così, i soliti noti che dovevano lucrare anche sulla pelle della gente. Ora la cannabis è legale in molti paesi, nei prossimi anni lo sarà sempre più e con meno restrizioni rispetto a quelle attuali.
Significa che il business cannabis crescerà ancora, altri facoltosi investiranno e così si andrà a creare una crescente offerta che andrà a soddisfare la domanda. È possibile anche che nei prossimi anni, forse anche mesi, la cannabis sarà venduta senza troppi vincoli così come avviene per le sigarette. Tutto cambia e cambierà, spesso occorre far sentire l’odore dei soldi, un po’ come il sangue per gli squali, così si attirano i capitali. L’odore dei soldi è forte così come l’odore dei “cannoni”, più cresce l’offerta e più l’odore dei soldi attira gli “squali”! Il vantaggio?
Semplicemente un’accelerazione verso un mercato più omogeneo, libero e legale della marijuana. Il business cannabis, potrebbe essere l’affare dei prossimi decenni, già mi immagino le “blue-chips” delle canne a buon mercato quotate a Wall Street! È il mercato bellezza! Dove si fanno i soldi, non importa come purché si facciano! Comunque, meglio le canne farcite che i cannoni dell’apparato industrial-militare USA, quindi: “fate l’amore e non la guerra”.
Qualche ipotesi per il futuro
Considerando che il business cannabis sta seducendo i vip hollywoodiani, possiamo tirare qualche previsione. Il jet set americano segue il branco come le mandrie dei film western. Possiamo star certi che altri grandi nomi oltre Belushi e quelli già citati, entreranno nell’affare della marijuana. Un po’ per i soldi un po’ perché la pippano, diciamolo pure, un po’ perché a dire il vero le prospettive sono buone.
Ogni buon investitore vuole solo una cosa, i soldi, una rendita alta e sicura. Ecco, diciamo che se il business cannabis, continua a crescere ancora le aziende già quotate potrebbero moltiplicare il loro valore. Rendendo di fatto ricche molte persone. Ci sono stati già ottimi segnali lo scorso autunno, una delle aziende quotate aveva segnato un balzo della quotazione del 900%!
Molti hanno subito blaterato è una “bolla”, come spesso accade in questi casi, solo che forse non hanno tenuto conto di un fatto importante. Non stiamo parlando di tecnologia, ma di canne, è chiaro il concetto? La tecnologia spesso è già superata nel momento in cui compare sulle strade, la marijuana non ha ritmi e cicli di questo tipo.
Il business cannabis non sarà superato da nessuna tecnologia o da un’altra pianta, è lei nelle sue varianti e tale rimarrà. Capite la differenza, vuoi mettere un bel cannone con uno smartphone già vecchio dopo due settimane? Per dire che, il prodotto cannabis ha tutte le carte in regola per essere vincente anche nel mercato azionario.
I vantaggi per i comuni mortali tra un tiro e l’altro
Per il consumatore i vantaggi sono diversi, il primo è che più soldi girano con il business cannabis, più facile sarà trovare erba a buon mercato. Sempre reperibile e senza le rotture dei divieti e balle al seguito, molto probabilmente si arriverà ad una regolamentazione internazionale. Diciamo quasi una liberazione dai suoi peccati, una riabilitazione seppur tardiva ma necessaria, se non per il consumo lo faranno per il mercato. Di questo potete starne certi.
Ben venga anche il mercato, se alla fine ci restituisce ciò che sempre il mercato ci aveva tolto, ovvio “mercato” sta per potere e soldi! Sempre quelli, che ci condizionano, o meglio in funzione di questi subiamo le scelte di chi manovra, è sempre stato così, nulla di nuovo. Un plauso a Jim Belushi e ai suoi colleghi, il business cannabis porterà soldi a un sacco di personaggi, ma tanto qualcuno deve pur farlo.
Il bello però di questo nuovo mercato, è il suo lato democratico, nel senso che chiunque può coltivare il suo “orto”, così magari per farsi due cannoni casarecci. Presto sarà possibile fare anche questo, forse e per chi ne ha voglia, sempre che il monopolio non ci metta le mani. In questo caso pazienza, ci accontentiamo di comprare un po’ d’erba dal tabaccaio, alla fine quel che conta è la possibilità di poter consumare cannabis in libertà!
Da circa dieci anni, da quando è cambiata la normativa sulla Cannabis Valencia, sta vivendo un incremento del turismo legato al consumo di Marijuana. La città, meta turistica per le sue spiagge e i suoi luoghi d’arte, si sta ritagliando un posto di tutto rispetto in questo nuovo settore.
Hai sentito anche tu di nuove leggi spagnole in materia di Cannabis? Vuoi approfittarne per organizzare una vacanza di mare cultura e relax? Se non vuoi rinunciare neanche in vacanza alla tua Cannabis Valencia è una meta interessante. Ti suggerisco però, prima di partire, di leggere con attenzione quello che ho scoperto.
In spagna la cannabis non è legale
Malgrado tu abbia probabilmente sentito il contrario, la normativa spagnola in termini di droghe leggere non è così permissiva. In effetti devi sapere che, riguardo alla legalità della cannabis Valencia non fa eccezione. Così come in tutto il resto della Spagna, a Valencia la cannabis non è legale. Tuttavia, sebbene non sia legale, non è neanche del tutto vietata.
Non esiste una legge vera e propria ma è successo che, nel 2001, due avvocati spagnoli abbiano “scoperto” un curioso vuoto legislativo. La costituzione spagnola tutela con grande attenzione sia le libertà individuali che le libertà di associazione. In sostanza un privato cittadino, in casa propria, è libero di fare come vuole, anche coltivare e fumare marijuana. Fintanto che produzione e consumo restano a livello personale e tra le mura di casa, lo stato non ha diritto di intervenire.
Il fatto poi che sia tutelata la libertà di associazione, ha portato ad un curioso escamotage. Gruppi di cittadini, consumatori abituali di marijuana, si sono associati creando dei club privati in cui coltivano in comune le proprie piante. Tutto all’interno della legge, in una zona grigia non prevista dal legislatore e quindi, anche se non legale, sicuramente non sanzionabile.
Social Club
Sono così nati i così detti Social Club dove è possibile, o quantomeno tollerato dalla legge, acquistare e consumare Cannabis. Se per le tue vacanze prevedi una tappa in un locale dove sia legale la Cannabis Valencia ti offre diverse opportunità.
I Social Club però hanno delle regole molto severe che devi conoscere. Innanzitutto, sono club privati e non è facile entrare a farne parte. Ogni club ha regole di adesione e requisiti richiesti ai propri soci che è bene conoscere. Regola fondamentale per tutti i club è che tu sia maggiorenne. Devi poi avere la residenza nel paese in cui è situato il club e presentare un documento di identità. Come fare allora per ottenere la tessera se sei un turista?
Come accedere ad un Social Club
Per entrare in un Social Club devi agire per tempo, prima di partire. Fai una ricerca online sui Social club, per la cannabis Valencia ha diverse opzioni, e annota i loro recapiti. Devi darti da fare, devi contattare i vari club via mail o per telefono e chiedere quali sono le loro regole. Potrebbero chiederti di inviare un documento di identità e ti chiederanno di pagare una quota associativa. Ogni club agisce in maniera differente ma sempre a tutela dei propri soci. Devi considerare sempre che cercano di non avere problemi con la legge e per questo sono molto attenti su chi accettano di tesserare. Mantenere un basso profilo è generalmente una scelta tattica che va rispettata. Vedrai che, se non ti arrendi e se scrivi con garbo e gentilezza, otterrai delle risposte.
Se invece hai già qualcuno che conosci a Valencia, allora sei fortunato! Tieni presente che molti club hanno una politica associativa che procede per raccomandazioni. Vale a dire che, anche se non sei residente, se trovi un socio che garantisca per te, hai buone possibilità di essere ammesso nei club Cannabis Valencia.
I migliori cannabis Club di Valencia
Ho fatto una piccola ricerca per facilitarti il lavoro prima della partenza. Di seguito puoi trovare le informazioni di alcuni Club Cannabis Valencia che puoi contattare per cercare di ottenere la tessera:
SOHO associacion Cultural
Apertura pomeridiana, accetta soci a partire dai 21 anni. Puoi contattarli telefonicamente al 003 4612245515 o via mail al seguente indirizzo:
sohoasociacion@gmail.com
Next Level club
Accesso riservato esclusivamente se raccomandati da soci già iscritti. Puoi provare a contattarli via mail al seguente indirizzo nextlevelvalencia@gmail.com o telefonare al 0034 961917724 per chiedere di essere invitato. Sono molto cortesi e potresti riuscire nel tuo intento.
Kritical Cannabis Club
Ingresso solo su appuntamento. Devi scrivere prima alla mail: kriticalclub@gmail.com per registrarti e ottenere l’accesso. Ma ti avverto, se non sei raccomandato da un membro interno, non è facile. Tra i Club Cannabis Valencia è uno dei più rigidi.
Riff Club
Manda una e-mail ad: asociacionriffclub@gmail.com e chiedi quali sono le regole per accedere. Ti risponderanno che l’accesso è consentito solo se raccomandati da soci interni. Ma se te la giochi bene potresti riuscire ad ottenere un invito.
Asociacion TCH Valencia
Se sei un turista non è per te, tra tutti i Club Cannabis Valencia è quello di più difficile accesso. Questo ottimo club non ti concederà la tessera se non sei residente nella città.
Accortezze per una vacanza sicura
Ora che conosci i migliori Social Club, Valencia è a portata di mano ma devi fare attenzione. La legge parla chiaro: per nessun motivo potrai portare fuori dalle mura del club la tua marijuana. Come ti ho detto, la legge ti tutela se coltivi e consumi al chiuso, ma il consumo in strada è vietato. Se ti dovessero trovare con la tua cannabis legalmente acquistata, ti potrebbero sanzionare o, quantomeno, potrebbero obbligarti a disfartene. Ricorda che il possesso di cannabis in spagna è stato depenalizzato, vale a dire che non ti porteranno in prigione, ma potresti pagare una multa.
Se poi non puoi fare a meno di portare con te quanto acquistato in un club Cannabis Valencia, devi fare attenzione a portarne modiche quantità. Se la polizia dovesse trovarti addosso quantità che fanno sospettare l’attività di spaccio, potresti passare davvero un brutto momento.
Ora che hai letto tutte le informazioni che ho raccolto per te, sei pronto ad agire. Contatta i club, ottieni l’accesso e parti per Valencia!
Cannabis illegale in Italia, Salvini ultima crociata!
Che dire, l’ultima “cannonata salviniana” sulla cannabis illegale in Italia ha squarciato i cieli, giustamente! A volte le battaglie si fanno per ideali, diritti e per la stessa pace, ma per le cazzate no! Quando si era proprio sulla via della legalità e soprattutto accettazione di questa incredibile espressione della natura, taaac arriva la mannaia.
Insomma, si può essere arretrati culturalmente in modo così incredibilmente vistoso? Su via, non scherziamo, Salvini è il Ministro dell’Interno di una nazione come l’Italia, può sprecarsi in tempo e chiacchiere così? La cannabis illegale in Italia è una battaglia persa, il mondo intero sta cambiando atteggiamento proprio su questo punto.
Il Ministro Salvini ha dato più volte l’input di essere contro le lobby, le multinazionali che soffocano l’economia delle piccole e medie imprese. Ecco, allora dovrebbe sapere che la canapa fu messa al bando quasi un secolo fa, proprio da quelle stesse lobby. La grande industria e finanza che si auto-regalò il monopolio su tutto, contribuendo all’eliminazione della pianta in quanto minacciava colossali interessi.
Ne abbiamo già parlato in un altro post, di come i potenti di inizio secolo scorso, fecero bandire la cannabis, oggi torniamo indietro? La cannabis illegale in Italia e nel mondo è stato un crimine contro i popoli che la coltivavano, grazie alla quale potevano avere sostegno. Sembra impossibile che ancora oggi si parli di questa pianta come fosse aliena e venuta da un altro pianeta, Salvini si metta l’anima in pace. La cannabis era già qui prima di lui, ed una pianta incredibile per l’uomo, oltre che fumarla è utile per decine di applicazioni.
La cannabis illegale in Italia contribuisce al crimine!
È proprio così, grazie alla presenza sul territorio dei cannabis shop, il crimine organizzato ha perso qualcosa come 100 milioni di Euro. Mica roba da poco, ma aggiungiamo che siamo solo all’inizio, perché di fatto la grande diffusione deve arrivare. Certo ovvio, Salvini permettendo è chiaro, tuttavia qualcuno dovrebbe spiegare che la cannabis illegale in Italia non produce alcun effetto positivo, anzi.
Lo studio recentemente firmato da Vincenzo Carrieri, dell’Università della Magna Grecia di Catanzaro, conferma questa tendenza. Con i cannabis shop la vendita legale ha prodotto un calo dei sequestri di quella spacciata dalla criminalità del 14%.
Questo vuol dire che i fumatori, quando possono scegliere tra legale e illegale non rischiano, comprano nei cannabis shop. Ma questo è solo uno dei tanti effetti positivi, che ovviamente sono reali e non allucinazioni! Il dato conseguente e comunque confortante, è che la cannabis illegale in Italia non paga le tasse, quella legale sì.
Come la mettiamo su questo punto? Per Salvini è meglio che siano gli spacciatori della criminalità a distribuirla, (tanto non riuscirà mai ha debellare il fenomeno) oppure meglio i negozi con tanto di registratore di cassa? Ovvio che un po’ di sano ragionamento porta sicuramente a scegliere la via della legalizzazione e distribuzione autorizzata. Forse qualcuno dovrebbe far vedere qualche dato al Ministro Salvini, così giusto per vedere l’effetto che fa!
Lasciamo che sia la gente a decidere e non il singolo
In ottica di autodeterminazione dei popoli, diritto mica da niente, dovrebbero essere proprio i cittadini a decidere. A quanto pare hanno già deciso, in più occasioni anche parlamentari la gente si è sempre espressa a favore. La cannabis illegale in Italia non è mai piaciuta a nessuno, anche tra i non fumatori.
Perché la consapevolezza e la ragione vuole che, la libertà di scelta su questo tema sia tale per cui ognuno è libero di farlo. La collettività ha scelto, lo ha fatto su principi di legalità e ponendosi quelle domande sui benefici, che i fatti hanno dimostrato che avevano ragione. Di certo non finirà qui, ma siamo sicuri che l’esito è quanto meno scontato, la cannabis sarà legale e si continuerà a venderla negli shop.
Salvini probabilmente ha le sue ragioni per essere avverso alla cannabis, però questo suo problema è facilmente risolvibile, basta che non la fumi! Ora però, che da Ministro arrivi a rompere le palle a milioni di persone che non hanno alcun timore della cannabis e che al contrario ne trovano giovamento, è quantomeno eccessivo. Ci sono anche i casi in cui il consumo è terapeutico, la vietiamo anche loro?
Se per uso medicinale va bene, ma se preme ancora per l’illegalità della cannabis, allora aspettiamoci in futuro orde di “malati” in coda per la canna analgesica! Siamo alla farsa e al grottesco per non dire altro, suvvia siamo seri, ci sono ben altri problemi in Italia! A quanto pare su certi temi il Governo non solo tace, ma evita proprio di parlarne, per cui si arrampica sugli specchi della marijuana. Per favore!
La cannabis è la rivendicazione della libertà del popolo
Il più grande dei problemi di questa pianta, è la sua stessa natura, chiunque può coltivarla e produrre una montagna di cose. Abiti, alimenti, farmaci e carburante, praticamente tutto, ecco qual è il vero problema della canapa. La cannabis illegale in Italia a detta di Salvini provoca disordini e una società allo sbando, questo un po’ il senso della sua battaglia.
In realtà produce esattamente il contrario, come abbiamo visto contrasta gli affari della criminalità, produce ricchezza se legale e gettito fiscale. Inoltre, offre anche opportunità di lavoro, imprenditoriali e ricchezza territoriale diffusa, e sapete perché? Perché la pianta è naturale e non brevettabile, per chi chiunque ha il diritto di farci quel che vuole.
Capite ora dov’è il problema? Da questa semplice equazione dovrebbe emergere chiaramente da quale parte sta il Ministro Salvini, più chiaro di così. Per cui la cannabis illegale in Italia non è di certo una battaglia per l’ordine pubblico e la legalità. Perché se facciamo due conti, hanno contribuito molto di più i cannabis shop nella lotta allo spaccio che non le istituzioni e le forze dell’ordine.
Dovrebbe essere abbastanza chiaro ormai questo passaggio e i relativi vantaggi, ci vorrebbe solo che qualcuno lo spiegasse al Ministro … Magari facendogli fare due tiri … che non hanno mai fatto male a nessuno!
Per chi ancora non conosce questa realtà può sembrare qualcosa di trasgressivo, in realtà sì, la marijuana è legale a Barcelona. Che vuol dire questo? Semplice, che puoi fumare erba e affini della stessa, in tutta tranquillità in uno dei vari clubs. Si badi, non stiamo parlando di una città del “Ganjistan” ma di una delle città più moderne ed evolute d’Europa. Questo vuol dire che, la legalizzazione ha avuto un processo ponderato e valutato in ogni suo aspetto.
La valutazione di questa svolta ha prodotto un’analisi d’impatto tale che le autorità hanno fatto la scelta migliore possibile. In altre parole, non si è pensato solo a coloro che “pippano”, ma alla comunità nel suo complesso, come? Drastica riduzione dello spaccio per strada e abbattimento della criminalità, mica cotica!
Questo è solo uno degli effetti positivi, la marijuana è legale a Barcelona anche per altri motivi. Per esempio, si è tenuto conto anche dell’occupazione, è sì, perché anche la ganja come il tabacco deve essere prodotta, quindi occorre forza lavoro. Immaginate tutto il processo produttivo fino al banco di vendita nei vari clubs, quindi persone che la coltivano, trasportano e distribuiscono fino alla rivendita.
L’errore comune che viene fatto è quello di pensare a qualcosa di alieno e negativo, cosa che in realtà non è affatto. A Barcelona si può fumare tranquillamente nei clubs senza alcun problema sanzionatorio o persecutorio, e questo offre sicuramente un’opportunità per quanti amano fumare. In città si contano almeno una ventina di clubs dove puoi andare e fumare marijuana sdraiato comodamente su un divano mentre bevi una birra.
Il livello culturale che cambia e produce entrate
Come dicevamo si tratta di un mercato, per altro fiorente e in continua crescita. La scelta della Spagna su questo punto è stata chiara e precisa, ha regolamentato un fenomeno che altrimenti avrebbe portato alla deriva la città. Poco più di 20 anni fa, la capitale della Catalogna era anche al capitale dello spaccio con fenomeni di criminalità molto diffusa. Oggi quasi del tutto scomparsi e quelle reminiscenze di spaccio lo saranno presto. La marijuana è legale a Barcelona e lo è per questi motivi, e di fatto, riesce a catalizzare un vastissimo pubblico da tutta Europa. Per la Regione spagnola questo significa anche più entrate, quindi risorse economiche che arrivano alla città da altri cittadini europei e vanno a beneficio locale.
Questo sta ad evidenziare che, la marijuana legale in Spagna non è né casuale né sconsiderata, ma frutto di una scelta contemporanea e intelligente. Gli spagnoli sono sicuramente più felici di sapere che ci sono i locali come i clubs cannabis, piuttosto che lo spaccio fatto nei vicoli del centro. Oggi la città è un fiorire di attività commerciali e turismo, dove arrivano milioni di turisti ogni anno, molti proprio per la cannabis. La popolarità e la fama che la marijuana è legale a Barcelona è arrivata ovunque, surclassando l’altra famosa città che è Amsterdam. Se non altro in Spagna anche il clima è favorevole per un bel week end all’insegna della cannabis legale.
Dove fumare legalmente la marijuana
Legale sì, ma questo non vuol dire che si può fumare ovunque, per esempio non è ammesso farlo in strada, ed è giusto che sia così. A Barcelona ci sono questi appositi clubs cannabis, dove puoi diventare socio, quindi sostenere i produttori locali, entrare e fumare. Il tutto nel rispetto della legge e della legalità, è tutto a norma e tutti sono felici che funzioni così.
In primis coloro che fumano, ma indirettamente i vantaggi di questa scelta vanno a beneficio di tutta la collettività. Entrare in un club è semplice, per esempio dal sito Weedjam puoi chiedere l’iscrizione e fare tutto online facilmente. Una volta iscritto potrai entrare nel cannabis clubs e fumare oltre che goderti piacevoli serate in compagnia tra musica e qualche bibita fresca.
Niente di trasgressivo, in questi locali si va per stare in compagnia, fumare una delle tante varietà di marijuana disponibili e socializzare. Il bello di tutto questo è che oltre al servizio offerto, si sta contribuendo alla presa di coscienza collettiva che non c’è nulla di negativo, anzi.
Il miglior modo per esorcizzare ogni ombra è quello di fare una visita in uno di questi clubs cannabis, così da toccare con mano e valutare di persona. Per quanti non hanno mai provato, la marijuana è legale a Barcelona, quindi con il prossimo viaggio potrebbe essere l’occasione per provare. Ci si renderà conto che è tutto molto piacevole, specie dentro ai clubs l’atmosfera è cordiale e si respira un’aria allegra e partecipativa.
Fare un viaggio a Barcelona per fumare, perché no?
Ogni anno sono migliaia i ragazzi di ogni età ma anche adulti, che arrivano in città per fumare. Non c’è nulla di straordinario, meglio farlo per questo piuttosto che per altre pratiche indicibili, fumare non ha mai fatto male a nessuno. Specie ora che la criminalità non ha più alcun potere in questo mercato ora del tutto legale, le cose hanno un aspetto del tutto più vivibile e sano.
È ovvio che ora sia normale così, l’illegalità e la criminalità prospera là dove ci sono divieti che non hanno senso. Come appunto è accaduto negli ultimi 100 anni o quasi con la cannabis. Il mondo cambia, se qualcuno dopo che hai letto questo articolo ti chiede; la marijuana è legale a Barcelona? Adesso sai cosa rispondere, sì che è legale e meno male!
Per i ragazzi, in questo momento Barcelona rappresenta un po’ la “terra promessa”, ovvero quel luogo dove quella che è considerata trasgressione qui è normalità. Fumare marijuana non dovrebbe essere vietato così come non sono vietate le sigarette o i superalcolici, che a differenza della ganja fanno male! Pensate, in molti di questi cannabis clubs, non vengono venduti superalcolici, immaginate quindi quanto sono “folli” i ragazzi che li frequentano!
Il mondo cambia e in fretta, per questo una mentalità poco incline ai cambiamenti può subire dei contraccolpi, ma si tratta solo della limitazione culturale di alcuni. Per il resto sì, La marijuana è legale a Barcelona e questo vuol dire che il mondo può cambiare in meglio. Ovvio se questo è voluto con determinazione, nel frattempo fumeremo in quel di Barcelona ????
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